Le infiltrazioni mafiose dal Veneto sono in aumento.
Infiltrazioni mafiose “importate” in aumento nella nostra regione. A renderlo noto è il coordinatore dell’Osservatorio regionale Antimafia, Michele Penta.
“Stiamo registrando un sempre più incisivo coinvolgimento nel territorio del Friuli Venezia Giulia di attività criminali di stampo mafioso provenienti dal confinante Veneto, dove è maggiormente radicata la presenza di tali consorterie”, dichiara Penta, che, su invito del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha portato all’attenzione generale anche tematiche legate all’usura e al riciclaggio di denaro proveniente da casse illecite, evidenziando soprattutto le mafie transfrontaliere e la cessione delle attività criminali in subappalto.
Penta sottolinea come “la stessa direzione investigativa antimafia, nella relazione riferita al primo semestre del 2019 in merito ai possibili interessi criminali in Friuli Venezia Giulia, fa riferimento alla strategica collocazione geografica e agli ingenti investimenti per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali che rendono il territorio appetibile per i sodalizi criminali in possesso di ingenti capitali da investire”. Un’infiltrazione, dunque, di carattere “prevalentemente finanziario che mette in pericolo l’economia sana del territorio e che non può essere sottovalutata. Al contrario, deve essere oggetto di particolare attenzione. La relazione della Dia, nonostante l’assenza di procedimenti conclusi con condanne per reati di tipo mafioso, ha ripreso le riflessioni già presenti nella Relazione annuale 2018-19 dell’Osservatorio regionale antimafia”.
Nello specifico, viene ribadita la presenza ormai storica in regione di soggetti e nuclei familiari riconducibili a una criminalità operante nel settore degli investimenti finalizzati al riciclaggio e dediti al traffico di sostanze stupefacenti, armi, tabacchi e prodotti petroliferi, nonché a truffe, frodi fiscali ed estorsioni. “Buona parte delle operazioni più significative da parte delle forze dell’ordine – spiega Penta – sono nate da indagini sviluppate in Veneto e che, solo in seguito, hanno coinvolto soggetti residenti e operanti in Fvg. ‘Ndrangheta e camorra sono le organizzazioni criminali più attive, ma non mancano di certo mafia e sacra corona unita”.
Tra le attività recenti citate dal coordinatore dell’Osservatorio, spiccano il sequestro di consistenti quantitativi di stupefacenti, di tabacchi e di merci contraffatte, in particolare nell’ambito del porto di Trieste e della zona di Udine, attraverso operazioni che hanno visto il coinvolgimento di soggetti di provenienza albanese, afgana e pakistana. Senza dimenticare il traffico di armi attraverso il confine italo-austriaco di Ugovizza, l’aumento dei documenti falsi e delle dichiarazioni di falsa identità connessi al flusso migratorio balcanico e alla tratta delle donne da avviare alla prostituzione. Un bacino prevalentemente gestito da sodalizi criminali transnazionali, transfrontalieri e spesso in subappalto. “Il sospetto – conclude Penta – è che una tale e consolidata presenza sia il frutto di un vero e proprio patto criminale con le consorterie nazionali di stampo mafioso, una sorta di appalto non certo gratuito”.