Il bilancio dei reati di violenza sulle donne in Friuli.
Calano, in provincia di Udine, i reati di violenza sulle donne. Lo comunica la Polizia di Stato, che trasmette il bilancio sui primi 9 mesi del 2020, comparati con lo stesso periodo dello scorso anno. Dai riscontri, si nota un decremento degli atti persecutori, scesi da 61 a 52. Calo meno marcato per i maltrattamenti contro familiari e conviventi, passati da 59 a 54. Scendono da 30 a 21 le violenze sessuali.
Non manca, però, un dato allarmante, con l‘aumento di una unità degli omicidi, che sono stati 2 nei primi 9 mesi del 2020 contro l’unico episodio dell’anno passato. I crimini sono maturati in ambito familiare, con una delle vittime che era di sesso femminile e che ha visto come autore un partner o ex partner.
“La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale. È una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle Istituzioni, alla scuola, alla famiglia”. Con queste parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, si apre la pubblicazione realizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.
Violenza sulle donne, reati in calo ma crescono le misure preventive a Pordenone.
È passato un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del cosiddetto “Codice Rosso” (legge 19 luglio 2019, n.69), che ha introdotto nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più trasgressioni in Italia (1.741 dal 9 agosto 2019 all’8 agosto 2020), spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.
È stato anticipato l’arrivo di un app, chiamata Scudo, in fase di ultima sperimentazione, di cui saranno dotate tutte le forze di polizia e che consentirà di possedere tutte le informazioni utili sui precedenti interventi effettuati presso il medesimo indirizzo (presenza di minori o di soggetti con malattie psichiatriche o dipendenti da droghe o alcol, disponibilità di armi, lesioni personali subite in passato dalla vittima) e di calibrare così nel modo migliore l’operatività.
La campagna permanente di prevenzione “Questo non è amore” della Polizia di Stato, finalizzata a fornire informazioni alle donne in situazione di rischio, è invece giunta alla quarta edizione. Con il coordinamento nazionale della Direzione Centrale Anticrimine diretta dal prefetto Francesco Messina, il personale della Polizia di Stato a bordo dei camper dedicati al progetto, ha incontrato negli anni migliaia di persone nelle piazze di italiane fornendo informazioni, aiuto, supporto operativo.
Dallo scorso lockdown la app YouPol, scaricata negli anni da tantissimi cittadini sui propri smartphone, è stata estesa alle segnalazioni di violenza domestica. Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, l’applicazione è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato.