Tesori antichi ritrovati e restituiti grazie ai controlli sulle vendite online

L’attività dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine.

Nel 2023 l’attività di prevenzione e di contrasto alle aggressioni criminali al patrimonio culturale del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine, che ha operato con competenza territoriale sul Friuli Venezia Giulia e, sino al mese di febbraio, sul Trentino Alto Adige (poi passato al Nucleo di Venezia) si è contraddistinta per la particolare incisività dei controlli sulle piattaforme di vendita on-line nonché sulla presenza di beni culturali ed opere d’arte di illecita provenienza nei mercati di settore.

I numeri dell’attività.

In particolare, l’azione preventiva si è concretizzata nell’esecuzione di 13 sopralluoghi per l’accertamento dello stato di sicurezza di musei, biblioteche e archivi; 58 controlli ad aree archeologiche marine e terrestri, siti UNESCO in primis; 84 verifiche in aree con vincoli paesaggistici e monumentali; 122 controlli ad esercizi commerciali di specifico settore e 14 controlli a mercati e fiere antiquariali. Di particolare interesse si segnala il ritrovamento nelle acque antistanti l’isola di Grado di oltre 50 reperti archeologici di varia natura risalenti tra il V e VI sec. d.C.

I reati.

L’azione repressiva ha registrato il deferimento in stato di libertà di 59 persone, a seguito di attività di indagine coordinate principalmente dalle 4 Procure della Repubblica (Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone) mentre, nel corso delle 15 perquisizioni eseguite, sono stati sequestrati 6406 reperti di cui 3318 beni antiquariali, archivistici e librari, 1809 paleontologici e 1279 archeologici. I falsi sequestrati sono stati 19, quasi tutti afferenti all’arte pittorica contemporanea.

L’azione di contenimento dei reati commessi in danno del patrimonio culturale ha consentito di limitare i furti relativi allo specifico settore che ammontano a 8 nel solo Friuli Venezia Giulia e 3 nel Trentino Alto Adige ma che talvolta riguardano episodi avvenuti in epoca imprecisata dei quali solo recentemente, le vittime del reato hanno avuto contezza grazie all’azione investigativa che ha consentito di procedere alla successiva denuncia. I reati commessi in danno del paesaggio sono stati 3 ma, fortunatamente, di limitata entità sotto l’aspetto del danno arrecato. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a 43.950 euro.

I tesori restituiti.

Al favorevole esito di procedimenti penali riferiti ad attività di indagine già concluse, si è proceduto a numerose restituzioni di beni culturali, quali

· Firenze, restituzione alla Provincia Toscana dei Frati Minori Cappuccini di Firenze, di un volume del XVI sec. illecitamente sottratto dal Convento dei Frati di Siena, sequestrato in Provincia di Macera;

· Aquileia, restituzione al locale Museo Archeologico Nazionale, di nr.62 monete antiche risalenti ai primi secoli dell’età imperiale romana, illecitamente in possesso ad un cittadino residente in Provincia di Gorizia;

· Trento, durante una conferenza stampa tenutasi presso il Museo dell’Arcidiocesi di Trento, restituzione alla Chiesa dei SS Leonardo e Gottardo di Tesero (TN), di un dipinto su cuoio del tipo “paliotto” risalente al XVII sec. ed illecitamente sottratto tra gli anni ‘40 e ‘70 del secolo scorso, sequestrato in Provincia di Trento;

· Roma, restituzione all’Ambasciata della Repubblica di Bulgaria di nr. 38 manufatti di natura archeologica, tra cui monete, fibule, punte di freccia, dardi, databili nel III sec. d.C., sequestrate in Provincia di Udine;

· Roma, restituzione all’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto di nr. 2 bronzetti votivi mummiformi raffiguranti il dio Osiride, databili tra il IV ed il VI sec. a.C., sequestrati in Provincia di Udine;

· Cremona, restituzione alla Biblioteca del Seminario vescovile “Santa Maria della Pace” di Cremona, di un volume del XVIII sec. illecitamente fuoriuscito dal Fondo della biblioteca Camilliana di Cremona confluita nella predetta Biblioteca, sequestrato in Provincia di Cremona;

· Roma, restituzione ad un privato, di un dipinto dal titolo “Studio e lavoro” del maestro Eugenio Prati rubatogli nel 1988 in provincia di Genova e sequestrato in Provincia di Trento;

· Olomouc (Rep. Ceca), restituzione alla locale Arcidiocesi di un volume del XVI sec. sequestrato in Provincia di Trieste ed illecitamente fuoriuscito dall’Archivio Regionale di Opava – sez. di Olomouc;

· Roma, restituzione all’Ambasciata della Repubblica Federale del Brasile di nr.1 bene culturale paleontologico e più specificatamente di un pesce fossile “Racholepis Buccalis”, illecitamente fuoruscito da quello Stato e sequestrato in Provincia di Pordenone;

I beni recuperati a Pordenone e a Udine.

I Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Udine hanno consegnato alla Soprintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio di Trieste 25 monete romane di epoca imperiale (databili dal IV al V secolo dopo Cristo) proveniente da un sequestro effettuato presso l’abitazione di una donna residente in provincia di Pordenone. Le indagini sono state avviate a seguito del monitoraggio delle vendite on line di beni culturali di tipo numismatico.

Al termine delle indagini, considerando la buona fede da parte della donna che ne era venuta in possesso attraverso la sua famiglia, il Gip di Pordenone ha disposto l’archiviazione delle responsabilità penali stabilendo che tutte le monete vengano confiscate a favore dello Stato, con l’assegnazione alla SABAP di Trieste.

Alla Soprintendenza sono anche state consegnate 2 gemme antiche provenienti da un sequestro effettuato presso l’abitazione di una donna residente in provincia di Udine. Le indagini sono state avviate a seguito del monitoraggio delle vendite on line di beni culturali di tipo archeologico e che hanno portato a individuarle su un sito specializzato nel quale erano state poste in vendita per la somma di 60 euro come base d’asta di partenza.

Si trattava di un diaspro nero, ovvero una pietra preziosa che raffigura la Dea Fortuna con cornucopia ed elementi vegetali, databile tra il II e il III sec. d. C., ed una corniola la cui origine potrebbe essere di età romana, ovvero una copia di età rinascimentale.

Al termine delle indagini, considerando la buona fede da parte della donna che ne era venuta in possesso attraverso la famiglia di origine, il Gip di Udine ha disposto l’archiviazione delle sue responsabilità penali, prevedendo che entrambe le gemme vengano confiscate a favore dello Stato, con assegnazione alla Soprintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio di Trieste.