La chiusura dei locale del centro di Udine.
È una scena che siamo stati abituati a vedere già la scorsa primavera. Baristi e ristoratori che tiravano in fretta i tavolini all’interno del locale e ammassavano le sedie poco prima della chiusura. Come in un coprifuoco, come in una serrata improvvisa. È una scena che si è ripetuta questa sera, a partire dalle 18, in tutta Italia, in tutto il Friuli, in tutta Udine.
Una scena che non può lasciare indifferenti, che non può non colpire come un pugno al petto i presenti. In molti hanno iniziato a ritirarsi già prima dell’orario stabilito, complice anche i pochi clienti che popolavano le vie del centro di Udine. Gli astanti sono stati invitati a finire in fretta le ultime consumazioni. Poi, come in un conto alla rovescia, le luci dei locali hanno iniziato a spegnersi una dietro l’altra, le serrande ad abbassare e tra piazza San Giacomo a via Mercatovecchio è calato un silenzio irreale.
Il semi lockdown è iniziato e sarà così, se tutto andrà bene, fino al prossimo 24 novembre. Bar e ristoranti devono chiudere tassativamente alle 18. I posti a sedere nei tavoli sono stati ridotti a 4 persone. Un decreto legge che divide ed agita gli animi. Ad iniziare da quelli delle attività commerciali. “Lo Stato è assente, e il mio successo non dipende più da me e dalla mia bravura sul lavoro. Non si è più padroni del proprio destino. Questa primavera pensavo di poter sostenere le restrizioni, mentre ora non lo so più”, si rammarica Paolo Genuzio, titolare dell’Osteria Pierimortadelle, uno degli ultimi ad essere presente poco prima del blocco.
Le vie del centro di Udine, questa sera, sono umide, quasi a far sentire anche loro la tristezza di questa nuova restrizione. “Una situazione tragica, le attività hanno investito per la riapertura e le misure di distanziamento e adesso ci vediamo costretti a richiudere la sera – si sfoga il titolare dell’osteria Alle Volte, Claudio Tronco -. Ad aggravare la situazione vi è che la maggior parte degli impiegati che prima sostavano per la pausa pranzo, ora lavora in smartworking. Perdiamo clienti e quindi ne risente anche il fatturato di pranzo”. Alle 18 tutto chiude e a sigillare questa nuova serrata suonano le campane di Piazza Libertà.