Auto, Rolex e casinò: il clan dei nomadi sotto accusa per truffe da oltre mezzo milione di euro

I primi interrogatori dopo la maxi operazione in Friuli.

Auto di lusso, monete d’oro, Rolex e giocate nei casinò tra Venezia e la Slovenia. Ma dietro la facciata di una vita fatta di sfarzo e apparenze si celava un sistema ben oliato di truffe, raggiri e riciclaggio che ha fruttato al clan dei nomadi almeno mezzo milione di euro in poco più di un anno. A capo dell’organizzazione, secondo la Procura di Udine, c’era Claudio Braidic, 53 anni, residente a Pradamano, dove la sua villa — ribattezzata “Villa Giuseppe” — era diventata il quartier generale delle operazioni illecite.

Oggi si terranno i primi interrogatori di garanzia per quattro dei sei arrestati nell’inchiesta. Le accuse sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata a truffe, furti, rapine e riciclaggio. Un’indagine condotta in sinergia da carabinieri, polizia di Stato e guardia di finanza che ha portato anche al sequestro preventivo di immobili e conti bancari.

Un’organizzazione a conduzione familiare

L’inchiesta ha ricostruito una struttura piramidale e a forte connotazione familiare. Claudio Braidic, ritenuto il vertice del gruppo, era colui che stabiliva i primi contatti con le vittime, spesso fingendosi interessato alla vendita di beni di valore: orologi, automobili, persino lingotti d’oro. Insieme a lui operavano i figli Tomas e Manuel, la figlia Tatiana, la compagna di Tomas, Caterina Kari, e altri soggetti fidati, tra cui lo sloveno Ales Breznikar, che avrebbe avuto il compito di individuare e adescare le vittime.

Le truffe si consumavano quasi sempre secondo un copione collaudato: una finta trattativa, un incontro a Pradamano, la simulazione di un pagamento in contanti e la sparizione improvvisa dei “venditori” o della merce. In alcuni casi, chi tentava di recuperare quanto perso veniva minacciato o intimidito.

Un bottino da oltre mezzo milione

Tra febbraio 2023 e settembre 2024 la Procura ha censito almeno 17 episodi di truffa, per un guadagno illecito di oltre 500mila euro. Soldi spesi senza troppe remore: viaggi costosi, ristoranti, auto di grossa cilindrata e tavoli da gioco nei casinò di Venezia e oltreconfine. Tutto incompatibile con i redditi dichiarati, spesso derivanti da lavori saltuari come la raccolta del ferro o le pulizie domestiche.

Alcune somme sono state recuperate durante le perquisizioni, insieme a preziosi e documenti bancari sospetti. Le indagini hanno inoltre svelato un presunto meccanismo di riciclaggio tramite sovrafatturazioni tra cooperative e società fittizie tra il Friuli e il Piemonte.

Misure cautelari e sviluppi

Oltre ai sei arresti (tra cui anche la moglie di Claudio Braidic), è stato disposto il divieto di dimora in Friuli Venezia Giulia per un settimo indagato, Dusko Kostrevc, sloveno di 46 anni. Sono infine 14 le persone denunciate a piede libero, in gran parte appartenenti alla comunità sinti.

Nel frattempo, questa mattina iniziano gli interrogatori. Claudio, Manuel e Tatiana Braidic, insieme a Ales Breznikar, compariranno davanti al gip per difendersi dalle accuse. Tomas Braidic e Caterina Kari saranno invece ascoltati nei prossimi giorni.

L’indagine resta aperta, e non si esclude che possano emergere ulteriori episodi di truffa. Ma per ora, le luci della ribalta si spengono su Villa Giuseppe e sulla vita dorata del clan. Dietro le quinte, resta il sospetto che il giro d’affari sia stato ancora più ampio di quanto finora accertato.