Autista aggredito, Arriva Udine: “Guardie giurate anche sulle linee extraurbane”

Dopo l’ultimo caso di autista aggredito.

L’ultimo recente episodio di un autista aggredito mentre faceva il suo lavoro riaccende la polemica sulla sicurezza sui mezzi di trasporto pubblici: nella mattina di domenica 1 settembre, infatti, un autista della compagnia Arriva Udine è stato brutalmente picchiato da alcuni minorenni al termine di una corsa partita da Grado, alle 6.30. L’uomo, che aveva ripreso i giovani per aver fumato sigarette elettroniche a bordo del bus, è stato colpito con calci e pugni al termine del viaggio.

Sull’episodio è intervenuta anche l’azienda di trasporti stessa, che chiede l’attivazione delle guardie giurate anche sulle linee extraurbane: “I recenti episodi di comportamenti aggressivi a bordo, per quanto si tratti di casi isolati e numericamente contenuti, sono fermamente da condannare: Arriva Udine vuole esprimere vicinanza e supporto all’autista coinvolto nel fatto di domenica scorsa e attiverà tutte le iniziative giuridiche a tutela del conducente e dell’Azienda. In questo caso, grazie anche al tempestivo intervento delle Forze dell’Ordine che presidiano costantemente l’autostazione, la prognosi per l’autista è di pochi giorni senza gravi conseguenze”.

“Arriva Udine – continua la nota dell’azienda -, sta costantemente lavorando insieme alle istituzioni e in particolare alla Prefettura al fine di mettere in campo tutte le azioni possibili per garantire la massima sicurezza per lavoratori e passeggeri, e auspica che si creino le condizioni per poter estendere anche alle linee extraurbane più critiche il progetto di sorveglianza sussidiaria già attiva sui mezzi urbani di Udine dal 7 giugno scorso”.

Nel corso di una recente riunione, tra Arriva Udine, la Polizia locale e Mondialpol, era infatti stato tracciato un primo bilancio, positivo, della sperimentazione avviata: nessuna criticità particolare emersa e nessuna richiesta di intervento alle Forze dell’Ordine. “La presenza delle guardie giurate a bordo ha funzionato soprattutto da deterrente, contenendo i comportamenti incivili e provocando al massimo qualche “fuga” sospetta dal bus”. 

“Il presidio di 7 ore al giorno nelle giornate infrasettimanali e di 14 ore nei weekend, include non solo il servizio urbano ma anche le partenze delle corse extraurbane dirette verso Grado e Lignano, che nel periodo estivo necessitano di un controllo maggiore. Proseguiremo con tutte le azioni necessarie – conclude -: in programma a breve la ripartenza di corsi dedicati alla formazione degli autisti sulla gestione di passeggeri aggressivi e situazioni critiche”.

Intanto, sulla questione interviene anche la politica: “Tutto ciò è inaccettabile e ci vogliono pene esemplari per stoppare il dilagare di un fenomeno di violenza che sta prendendo particolarmente di mira alcune professioni, legate al trasporto pubblico e alla sanità. Episodi che possono essere contrastati solamente attribuendo maggior potere d’azione alle forze di polizia chiamate a intervenire”, commenta il consigliere regionale Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga presidente.

Purtroppo non è la prima volta – continua -. Come per il personale sanitario aggredito durante il servizio, anche per pullman, autobus e treni è necessario riuscire a garantire a bordo la presenza di forze di polizia, o comunque di soggetti titolati a garantire l’ordine pubblico. Dai dettagli dell’episodio – conclude Di Bert -, pare che i ragazzi abbiano motivato il gesto come una risposta ai richiami ricevuti dall’autista. Ciò deve necessariamente portare tutti noi a una riflessione sul livello di degrado raggiunto dalla nostra società, che di civile ha ben poco. Non si accetta il rispetto delle regole del vivere comune e si trova normale utilizzare la violenza come risposta a tutto”.

“Questi lavoratori vanno tutelati e messi nelle condizioni di prestare servizio in sicurezza e servono norme o iniziative che consentano di raggiungere questo obiettivo – dichiara Roberto Novelli, consigliere regionale di Fi -. Dobbiamo guardare in faccia alla realtà e ammettere che la cultura della violenza si sta diffondendo in modo molto pericoloso. Non sono più piccoli
episodi di microcriminalità, non ha senso continuare ad alimentare narrazioni buoniste, siamo al cospetto di un fenomeno ormai consolidato. Per quanto questa situazione stia prendendo piede, non siamo affatto propensi ad assuefarci, anzi. Non dobbiamo avere paura dei violenti ma,
invece, arginarli e contrastarli. Dobbiamo essere pronti a passare anche a risposte forti, restando nel perimetro del lecito, se sarà necessario”.

“Tanti, troppi casi di sangue, ferocia, disumanità – conclude Novelli -. E troppa violenza giovanile. Serve un intervento dello Stato per consentire alle forze dell’ordine di esercitare il ruolo in modo consono. I violenti sguazzano nella comprensiva indulgenza della società. Come presidente della VI commissione permanente ribadisco di essere a disposizione per iniziative finalizzate a contenere o neutralizzare questi fenomeni e per organizzare, anche con le scuole, attività finalizzate a diffondere i valori del rispetto e dell’educazione e a sottolineare quanto la violenza possa produrre conseguenze molto gravi sotto diversi punti di vista”.