Se c’è qualcosa che nel corso degli ultimi due o tre anni abbiamo imparato a conoscere come le nostre tasche è il valore dei nostri dati. Dalla pandemia in poi all’improvviso le identità digitali si sono fatte sempre più importanti all’interno del vivere quotidiano, sia per i privati cittadini che per le aziende.
I telegiornali e i giornali stessi hanno parlato sempre più spesso di attacchi informatici, di riscatti in cambio di dati, di malfunzionamenti strutturali a causa di scarsa cybersicurezza ed è legittimo pensare che questo sia semplicemente l’inizio per un futuro dove, chiunque, dovrà prima o poi fare i conti con l’argomento.
La verità è che, al giorno d’oggi, ancora non siamo né abbastanza informati ne abbastanza capaci di badare a noi stessi se si parla di sicurezza informatica; proteggere i nostri dati da quel nugolo di minacce che sono sparse per la rete o proteggere i nostri dati dalle intrusioni quotidiane di hacker rischia di diventare stressante sul lungo periodo se non si corre prima ai ripari.
Fortunatamente, da cittadini europei quale siamo abbiamo un grande vantaggio rispetto al resto del mondo: il GDPR. Il regolamento generale sulla protezione dei dati arriva infatti alla fine di un lungo percorso che parte dall’America di fine ottocento e sublima all’interno delle leggi dell’Unione Europea per portare a galla il primo esempio di efficace sistema per la protezione dei dati di una e più nazioni. La nostra privacy, in sostanza, per il momento sembra essere in buone mani.
Il problema a cui guardare con voglia di risoluzione è nella praticità: in quanti conoscono l’utilità di un antivirus? In quanti sanno l’importanza di utilizzare una VPN ? In quanti aggiornano con costanza i propri dispositivi?
Per porre rimedio a questa serie di legittimi dubbi vediamo insieme alcuni consigli per dare più attenzione al mondo della sicurezza informatica.
Le informazioni personali devono rimanere tali
Una cosa che molti non hanno capito è che i social network sono il modo migliore (e contemporaneamente peggiore) per far sì che i propri dati diventino di dominio pubblico. Le informazioni personali, se combinate con altre tipologie di dati, possono portare a problemi di notevole entità come chiusure delle carte di credito, di un conto corrente o a veri e propri furti d’identità.
In questi casi la cosa migliore da fare è studiare le migliori impostazioni di privacy per i propri social network, avendo l’assoluta certezza di non scrivere mai al grande pubblico qualcosa di molto importante come il codice fiscale o il preciso indirizzo di causa. Gli stalker non piacciono a nessuno.
La cautela non è mai abbastanza.
Perché la gente non è abbastanza attenta alla propria sicurezza informatica? Perché non mette abbastanza cautela nelle sue azioni quotidiane.
Le email, ad esempio, sono il mezzo più comune per gli attacchi di phishing e andrebbero controllate con cognizione di causa partendo dall’analizzare l’esatto indirizzo che ha effettuato l’invio, alla ricerca di errori di battitura o sintassi strane.
Discorso identico per i file che si scaricano sia su PC che su smartphone: si è sicuri di aver effettuato il download da un sito privo di problemi? L’eseguibile ha una dimensione sensata per ciò che abbiamo scaricato? Abbiamo provato a cercare su internet se esistono delle soluzioni alternative?
Navigare in silenzio
Quando si naviga all’interno della rete è normale lasciare tracce di sé sparse in giro, siano sotto forma di indirizzi IP o di accessi. Per cercare di limitare quanto più possibile queste tracce è bene dotarsi di strumenti adatti, esattamente come una VPN.
come funziona vpn? La VPN è un servizio attraverso cui un utente può mascherare il suo indirizzo IP usando quello di uno tra molti server sparsi per il mondo, avendo anche l’accortezza di crittografare il suo traffico grazie all’uso degli appositi algoritmi inclusi nei sopracitati server VPN.
In questo modo, navigando, diventa impossibile lasciare tracce che possano effettivamente ricondurre a sé, raggiungendo quindi una cosa quanto più simile possibile al vero anonimato.
Farsi aiutare nel ricordare password robuste
Navigando su internet, prima o poi, si deve inserire una password per poter effettuare l’accesso ad uno o più servizi. Alle volte le password da ricordare sono molte, specie se si è puntato al realizzare una password robusta.
Per password robusta si intende una password di almeno 8 caratteri divisi tra lettere minuscole, maiuscole, numeri e simboli speciali. In questo modo diventa impossibile indovinare una password del genere attraverso gli algoritmi che vengono utilizzati dagli hacker.
Per ricordare queste password robuste è bene chiedere il supporto di un password manager, ovvero di un programma che funge da archivio per tutte le parole chiave che possono essere di nostro interesse.