L’iniziativa #ioapro in Friuli.
È l’iniziativa di dissenso con la quale ristoratori e baristi di tutta Italia vorrebbero “sfidare” il governo. Stanchi della politica “apri e chiudi”, con uno slalom tra la zona gialla e quella arancione, passando per la rossa, nel Paese alcuni professionisti del settore hanno lanciato “#ioapro”, il moto di ribellione contro i Dpcm e i provvedimenti legati al coronavirus.
Qualcuno, dunque, punta ad aprire la sua attività ugualmente, anche se la scelta del decisore politico dovesse essere differente. E in Fvg, quanti saranno gli aderenti a #ioapro? A Udine, da ieri zona gialla come il resto della regione, le strade sono vuote. Pochi passanti, che magari si siedono per il tradizionale spritz. Ma per il resto, il centro è quasi deserto.
I titolari di bar e ristoranti sembrano prudenti e con poca voglia di andare incontro a ulteriori problemi. È così per Andrei Hazazu, giovane titolare di 26 anni del Cuvee Louge. “Sull’iniziativa #ioapro sono in dubbio se aderirvi, perché si potrebbe pensare sia impossibile multare a tutti, ma non è così – sottolinea -. Non è una decisione facile. Noi abbiamo aperto a settembre 2020 e per sopravvivere abbiamo dovuto lavorare massimizzando il più possibile”.
Andrea Sabbadini, titolare dell’attività Ambaradà , afferma con decisione di non partecipare: “Non ne riconosco l’efficacia“, ammette. Proseguendo fra le vie principali di Udine, l’imprenditrice Diana Hua di Nuovo caffè commercio non è di diverso avviso. “Non parteciperò. Anche se non protestiamo in quella maniera non significa che siamo contenti, ma non vogliamo creare ulteriori problemi”.
E infine, raccogliendo intorno Piazza della Libertà, al Caffè Contarena il giovane titolare Edoardo Leone, 27 anni, è lapidario. “Non parteciperò perché non non condivido l’iniziativa. Non è la strada giusta da percorrere anche se il nostro settore è stato messo in ginocchio e verrà bloccato presto anche il delivery”.