L’allarme del consigliere regionale Walter Zalukar.
L’utilizzo delle mascherine “non mediche”, secondo lui, può essere addirittura dannoso. E quindi, chiede che “sull’uso delle mascherine sì o no, e se si dove e quando, la risposta sia scientifica e non emotiva”. Parole di Walter Zalukar, esponente del Gruppo Misto in Consiglio regionale Fvg, che su questi interrogativi attinenti la salute e la sicurezza di tutti richiama quanto dice la comunità scientifica internazionale “per evitare posizioni preconcette o innescare polemiche”.
Secondo le conclusioni dell’European Center for Disease Prevention and Control (Ecdc), che Zalukar cita, “l’uso delle mascherine può avere qualche plausibilità di efficacia all’interno di stanze o in luoghi affollati. Le mascherine non mediche (quelle di cotone o fai da te) sono addirittura dannose soprattutto perché offrono un falso senso di protezione alle persone e distraggono da comportamenti igienici importanti come lavarsi le mani o il distanziamento”.
Inoltre, “l’uso delle mascherine richiede precise ed attente istruzioni per non rivelarsi dannoso”, ricorda Zalukar che alla luce degli ultimi lavori pubblicati da eminenti studiosi sul British Medical Journal ritiene opportuno riferirsi al principio di precauzione che suggerirebbe, laddove invocato, di non usarle dato che gli effetti avversi del loro uso indiscriminato hanno un’evidenza maggiore dei loro benefici. Effetti avversi che il consigliere elenca e che vanno dal falso senso di sicurezza, all’uso inappropriato o errato, al fatto che la mascherina rende difficile capirsi oralmente e che le persone tendano quindi ad avvicinarsi tralasciando una misura anticontagio importante come il distanziamento per ottemperare ad una misura dallo scarso valore scientifico.
Altresì, avverte Zalukar, l’uso della mascherina fa fuoriuscire il respiro verso gli occhi irritandoli e aumenta il rischio che questi vengano di conseguenza toccati dalle mani potenzialmente infette, con possibilità di contagio amplificato se la mascherina è infetta. In aggiunta, respirare con la mascherina è più faticoso, richiede più lavoro per i muscoli respiratori (tant’è che è intollerabile da usare per chi ha certe malattie ai polmoni) e comporta l’inspirazione di una quota di anidride carbonica precedentemente espirata; in più, la mascherina può aumentare la carica virale introdotta nel corpo.
Da questo quadro si può concludere che – sintetizza Zalukar – “è plausibile, ma non scientificamente provato, che l’uso della mascherina possa essere utile in spazi chiusi e affollati, dove non è possibile garantire il costante rispetto della distanza di sicurezza che resta l’unica misura certa, insieme all’igiene, di contrasto al contagio, in quanto validate dalle evidenze scientifiche”. “In tutti gli altri casi – conclude il consigliere -, proprio in ottemperanza al principio di precauzione, l’uso delle mascherine dovrebbe essere disincentivato in quanto potenzialmente dannoso alla salute di chi le indossa e presumibilmente facilitatore del contagio che si vorrebbe evitare”.