I soccorsi all’ingresso del porto di Monfalcone.
Imbarcava acqua, col pericolo imminente di affondare, a causa di una falla a bordo provocata da un urto contro la diga frangiflutti del porto, complice probabilmente la scarsa visibilità poco prima del crepuscolo. Così un diportista, a bordo del proprio natante a motore di circa 6 metri, alle 5.45 odierne ha lanciato la richiesta di soccorso alla Capitaneria di porto di Monfalcone, chiamando direttamente la Sala Operativa. Il diportista era partito dal vicino Villaggio del Pescatore ed era intento a navigare in direzione Marina Nova, per una battuta di pesca sportiva con canna.
La Sala Operativa della Capitaneria di Porto ha attivato la catena di soccorso disponendo l’immediato intervento della MV CP846 della Guardia Costiera, di stanza nel porto di Grado, specializzata nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare, e del battello pneumatico GCB44, prontamente impiegabile in zona. L’uomo, velocemente localizzato e raggiunto nei pressi del fanale rosso di ingresso del porto di Monfalcone, era in evidente stato di agitazione e fisicamente provato, intento com’era a sgottare l’acqua dall’unità con un secchio. Le pompe di sentina infatti non erano sufficienti a mantenere la barca a galla, poiché la falla era sull’opera viva dell’imbarcazione, sotto la linea di galleggiamento, ed era di dimensioni tali da rendere impossibile un tamponamento con mezzi di fortuna.
I militari a bordo dell’unità GC B44, giunta dopo pochi minuti sul posto, accertato il buono stato di salute del diportista, così come dallo stesso dichiarato, lo invitavano a mantenere la calma ed a trasbordare sul mezzo di servizio.
Al fine di scongiurare inquinamenti in mare e pericoli per la navigazione, l’unità è stata fatta arenare sulla spiaggetta presente sull’Isola dei bagni, all’interno dello specchio acqueo portuale. I militari, al fine di scongiurare eventuali inquinamenti da idrocarburi o incendi dovuti a possibili corto circuiti dell’impianto elettrico, hanno ordinato al proprietario di staccare le batterie e di rimuovere i serbatoi della benzina. Al termine delle operazioni il proprietario, diffidato dalla Capitaneria di porto a rimuovere l’unità quanto prima, è stato successivamente accompagnato presso il pontile del canale Valentinis presso il quale erano giunti i parenti.