Aggressioni ai sanitari: in Fvg 483 casi nel 2023, più di uno al giorno

I dati sulle aggressioni ai sanitari in Friuli Venezia Giulia.

Nel 2023 sono state 483 le aggressioni ai sanitati in Friuli Venezia Giulia, più di una al giorno. I dati arrivano dall”Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie

“Sono e resto fermamente convinto che i sanitari, qualsiasi ruolo ricoprano, vanno difesi sempre e comunque – ha commentato l’assessore regionale alla salute Riccardo Riccardi – . Deve essere interrotta immediatamente la narrazione tossica sulla sanità: come ha dimostrato anche Agenas solo pochi giorni fa, il nostro ‘Sistema salute’ offre prestazioni ancora superiori alla media nazionale, garantendo i livelli essenziali di assistenza. Ci sono innegabili prestazioni da migliorare ma per farlo sono necessarie decisioni senza generalizzare perché questo fa male al cittadino e peggio ancora agli operatori sanitari. La violenza non risolve, non aiuta, non soddisfa. Disumanizza e basta“.

Tre quarti delle vittime sono donne.

“I dati raccolti dalle aziende sanitarie ci trasmettono un’immagine sconfortante del rapporto del cittadino con gli operatori sanitari: per 483 volte nel 2023 i professionisti della salute sono stati oggetto di episodi di violenza – ricorda Riccardi -. Significa che più di una volta al giorno nello scorso anno un cittadino ha aggredito un infermiere, un operatore sociosanitario, un medico. Il dato peggiorativo è che per 141 volte queste sono state aggressioni fisiche e che, guardando al totale degli episodi, nel 75% dei casi l’aggressione ha avuto per obiettivo un operatore sanitario donna”.

La sicurezza nella sanità.

Le aziende sanitarie hanno messo in campo una serie di strategie per contenere questi episodi, stringendo accordi con volontari o con le Forze dell’ordine, ma per l’assessore la deterrenza non è la principale soluzione. “Ricordiamo un dato su tutti: il 75% degli accessi ai Pronto soccorso è improprio. Si tratta di codici bianchi o verdi, quindi a bassa intensità, che potrebbero trovare soluzione autonoma o rivolgendosi alla rete territoriale della salute realizzabile, ma in una revisione del sistema; soprattutto in una stagione dove il personale non si trova”. La visione ospedalecentrica della salute da parte del cittadino è il principale fattore di sovraccarico di lavoro da parte degli operatori sanitari.

“Faccio un appello alla responsabilità – conclude l’assessore – per interrompere questo clima di violenza e sopraffazione che ha contaminato il rapporto con il Sistema sanitario. Gli operatori della salute vestono una divisa che certifica una preparazione professionale di alto livello che mettono a disposizione di tutti i cittadini, in modo equo e senza esclusioni. E sono sempre loro ad avere i titoli per valutare, grazie a tale professionalità fatta di studio, esperienza quotidiana, confronto, i livelli di bisogno dei pazienti che hanno davanti. Serve questo chiaro presupposto: i sanitari sono loro e noi cittadini ci dobbiamo fidare dei sanitari, smettendo di ascoltare chimere sul web o trasmissioni televisive costruite per secondi fini e non per raccontare la vera realtà della nostra sanità”.