L’aggressione, la fuga e il tragico ritrovamento del corpo di Giulia. Ora è caccia a Filippo

Dopo il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin caccia a Filippo Turetta.

Si sono concluse nel più tragico dei modi le ricerche di Giulia Cecchettin, trovata morta nei pressi del lago di Barcis. La scoperta poco prima di mezzogiorno e dalle prime informazioni il corpo sarebbe stato trovato in un canalone tra il lago e la zona di Piancavallo, in località Pian delle More

Per ritrovare giulia, gli investigatori si sono basati sul percorso tracciato dagli esiti dei varchi elettronici che hanno registrato la Fiat Punto nera di Filippo Turetta.

Caccia a Filippo Turetta.

Ora l’attenzione si sposta su Filippo Turetta e sulla sua Fiat Punto nera, che potrebbe essere all’estero, senza alcuna traccia del suo ritorno in Italia. L’ultima segnalazione infatti risale a mercoledì scorso, quando è stato registrato attraverso un varco Targasystem a Lienz, in Austria. Da allora, non ci sarebbero più segnalazioni che attestino un suo passaggio attraverso i confini nazionali italiani.

Turetta, appassionato di trekking in montagna, sembra conoscere bene le zone attraverso cui potrebbe essere passato. I suoi passaggi precedenti includono Piancavallo, Vajont, Palafavera e Passo Giau. La sua familiarità con queste regioni potrebbe essere la chiave per comprendere il suo attuale percorso di fuga.

Turetta potrebbe aver utilizzato la sua conoscenza dettagliata delle strade e dei sentieri per sfuggire alle ricerche delle autorità. Inoltre, la possibilità che abbia memorizzato il tragitto di un viaggio precedente in Austria, durante un concerto a cui aveva partecipato con Giulia, potrebbe essere una pista per le indagini.

Il cellulare.

Una scoperta interessante emerge dal telefono cellulare di Filippo Turetta. Nonostante il dispositivo sia ufficialmente disattivato, risulta ancora “online” per ragioni legate ai server. L’avvocato di Turetta, Emanuele Compagno, ha spiegato che, nonostante il telefono sia disattivato, può ancora ricevere messaggi, incluso WhatsApp. Questo però non implica necessariamente che il giovane stia utilizzando attivamente il telefono.Numerosi i tentativi dei genitori di Filippo e della sorella di Giulia, Elena, di contattare il giovane attraverso WhatsApp. Nonostante i messaggi siano stati “consegnati”, non c’è stata nessuna conferma di lettura.