Agente di polizia multato perché vendeva olio e arance del padre, titolare di un’azienda agricola: ma il Tar gli dà ragione.
Agente di polizia, si era messo anche ad aiutare il padre, titolare di un’azienda agricola, nella vendita di olio e arance. Lo avrebbe fatto in particolare nel periodo tra gennaio e marzo 2022, quando era agente scelto della polizia di Stato in servizio presso la questura di Udine. Quanto basta per fargli arrivare una sanzione disciplinare da parte del ministero dell’Interno, pari a quattro trentesimi della mensilità del suo stipendio, ovvero 256,56 euro.
L’accusa sosteneva infatti che l’agente scelto avrebbe svolto quella particolare attività commerciale durante il tempo libero e, in alcuni casi, anche durante l’orario di lavoro, effettuando consegne di prodotti agricoli a colleghi e ad altri acquirenti. Attività considerata coma “imprenditoriale” e di conseguenza incompatibile con il proprio ruolo nella polizia di Stato.
Il poliziotto ha però fatto ricorso al Tar del Friuli Venezia Giulia, che ha accolto la sua istanza annullando la sanzione. I giudici hanno chiarito che l’agente in realtà non aveva avviato un’attività imprenditoriale, ma si era limitato ad aiutare il padre occasionalmente e a titolo gratuito.
Insomma, nessuna violazione delle norme. E quindi il ministero è stato obbligato a restituire le somme trattenute.