I funerali di Giulia Cecchettin.
E’ la giornata dell’ultimo addio a Giulia Cecchettin, una giornata fredda e grigia che però non ha fermato le migliaia di persone che, a Padova, hanno voluto essere presenti ai funerali della ragazza di 22 anni uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta e il cui corpo è stato trovato senza vita in un canalone sul lago di Barcis. Tanta la commozione per l’estremo saluto a Giulia, ennesima vittima di femminicidio, strappata alla vita proprio mentre quella vita si apprestava a seguirla inseguendo i suoi sogni.
Nella Basilica di Santa Giustina, l’afflusso delle persone accreditate (quasi 1200 i posti disponibili all’interno) è cominciato alle 8.30, protetto da un varco delle forze dell’ordine che vede quasi 200 agenti impegnati. Per le tante persone arrivate, che non potranno entrare, sono stati montati dei megaschermi all’esterno per assistere alla cerimonia che inizia alle 11.
All’interno della Basilica sono state posate le corone funebri, tra cui quelle del presidente della Repubblica, della presidente del Consiglio dei Ministri e dei presidenti di Camera e Senato. In Veneto, le sedi della Regione hanno le bandiere a mezz’asta come deciso dal governatore Luca Zaia per la giornata di lutto regionale.
“Ed ora vola Giulia, vai in alto, vai oltre – ha scritto sui social Nicodemo Gentile, l’avvocato di Elena Cecchettin, la sorella della ragazza -. Oltre il nero della morte, oltre il rosso del sangue, oltre il bianco del gelo. Oltre l’oppressione, oltre la miseria, oltre gli uomini. Sei diventata una farfalla, libera e colorata, come quella di Penelope. Senza catene raggiungi la tua adorata mamma in quello spazio nuovo, azzurro e confortante, dove finalmente nessuno potrà più toccarti. Buon volo anima pura e se puoi perdonaci“.
Una grande folla per l’ultimo saluto a Giulia.
Circa ottomila persone si trovano all’esterno della basilica di Santa Giustina a Padova, stimate dalla diocesi, mentre il vescovo celebra i funerali di Giulia Cecchettin. All’interno della chiesa sono presenti altre 1.200 persone, di cui quaranta membri della famiglia, tra cui il padre Gino, che si trova in prima fila tra i due figli, indossando il nastro rosso simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Ai funerali anche il ministro della giustizia Carlo Nordio, il governatore del Veneto Luca Zaia – che ha dichiarato il lutto regionale per la giornata – e moltissimi sindaci della zona.
Le parole del papà di Giulia.
“Il femminicidio e’ spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne – ha detto Gino Cecchetin – . Donne vittime proprio di coloro che avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro liberta’ prima di perdere anche la vita. Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere“.
“Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare – continua – . Io ti amo tanto, e anche Elena e Davide di adorano, Io non so pregare, ma so sperare. Voglio sperare insieme a te a alla mamma, e a tutti voi qui presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite, e un giorno possa germogliare, e produca il suo frutto di amore, di perdono, e di pace. Cara Giulia è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni”.
Il lungo applauso fuori dalla chiesa.
Dopo la cerimonia funebre la bara bianca di Giulia è stata accolta sul sagrato della chiesa da un lunghissimo applauso e cori di “Giulia Giulia”. Grida, dai campanelli e dalle chiavi agitate verso il cielo hanno commosso papà Gino. Emozionato, si è stretto in un abbraccio con i suoi figli Elena e Davide, anch’essi toccati dalla calorosa dimostrazione di affetto delle persone giunte da ogni parte d’Italia.
La vasta folla che ha riempito la piazza durante la celebrazione ha reso omaggio alla giovane Giulia, manifestando il loro affetto mentre la famiglia usciva al termine della cerimonia.