Pordenone, incredibile storia di maltrattamenti, abusi domestici e violenza in famiglia.
Una storia di abusi domestici durati quasi vent’anni: un uomo, di origini straniere e residente in provincia di Pordenone, ha reso la vita della moglie e dei suoi figli un inferno, nascondendo il cibo, vietando l’uso del riscaldamento e perpetrando violenze verbali quasi ogni giorno. La donna alla fine ha trovato la forza di alzare la voce, portando il caso in tribunale, e l’uomo è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione.
Il processo ha rivelato una serie di comportamenti violenti da parte del marito, particolarmente accentuati quando era ubriaco. Non solo insultava costantemente la moglie e i figli, ma sabotava attivamente la loro vita quotidiana. Rifiutava di contribuire alle spese familiari, nascondeva il cibo in camera da letto e costringeva la moglie a cercare aiuto finanziario e alimentare da amici e organizzazioni di beneficenza, incluso il ricorso alla Croce Rossa.
Un elemento scioccante del racconto riguarda il rifiuto del marito di garantire il comfort più basilare: l’uso del riscaldamento in casa. La donna e i suoi figli hanno vissuto in condizioni gelide, tanto che i bambini hanno sviluppato geloni alle mani. Le accuse nei confronti dell’uomo includono anche l’aggressione fisica, con l’uso di una lampada per colpire il volto della moglie in camera da letto.
Il tribunale ha emesso una condanna di due anni e sei mesi di reclusione per l’aggressore. Il pubblico ministero aveva richiesto una pena più severa, chiedendo quattro anni. Ora, si attendono le motivazioni complete della sentenza per comprendere su quali episodi specifici sia stata basata la colpevolezza dell’uomo.