Chi è contro l’Euro in Croazia.
Una corsa contro il tempo per raggiungere le quasi 370 mila firme necessarie per chiedere un referendum contro il passaggio all’euro. Questa è l’iniziativa messa in campo dal partito conservatore ed euroscettico Sovranisti croati che in questi giorni sta raccogliendo consensi in 250 città diverse. Il gruppo infatti sostiene che l’economia della Croazia non sia pronta per poter sostenere il passaggio all’euro e che anzi questo comporterà delle serie ripercussioni sui cittadini. Per questo motivo, secondo il partito, devono essere gli stessi croati a scegliere se aderire o meno all’eurozona.
Da Zagabria, Andrej Pleković, il primo ministro, sostiene l’inutilità del referendum richiesto. Per Pleković la volontà dell’introduzione dell’euro è stata confermata dai cittadini nel momento in cui hanno sostenuto l’entrata della Croazia in Europa.
Un dibattito che, se entro il 7 novembre il partito contro l’euro riuscirà a raccogliere il numero di firme sufficienti, sarà presentato alla Corte costituzionale. Sarà suo compito infatti decidere se il passaggio all’euro era correlata all’adesione all’Unione Europea e se il referendum richiesto ha effettivamente validità o meno.
Le posizioni.
Le ragioni dell’iniziativa contro l’euro si basano sulla paura che possa verificarsi quanto era successo in Italia. I partiti croati hanno paura di un incremento veloce dei prezzi e allo stesso tempo il verificarsi di un calo del potere di acquisto degli stipendi dei cittadini.
Dall’altra parte, coloro che sostengono il passaggio all’euro, credono che, come afferma Pleković, verrà eliminato il rischio valutario. Saranno ridotti i tassi di interesse, il merito creditizio migliorerà e infine sarà l’opportunità della Croazia per puntare ancora di più sul turismo, grazie ai maggiori investimenti che saranno possibili.