L’incidente dell’ultraleggero in Friuli
Un regalo di compleanno tanto atteso, quello che i genitori di Mauro Caporale avevano fatto al figlio. Per celebrare i suoi quarant’anni e per esaudire il sogno e la passione di una vita, quella del volo. L’esperienza doveva essere spettacolare: ammirare i cieli e i paesaggi del Friuli dall’alto su un ultraleggero, ma si è conclusa in tragedia. Adesso in lutto sono due comunità, Porcia, dove l’uomo viveva con la moglie e il figlio, e Cordenons, dove vivono i genitori, che hanno perso il loro unico genito. Il paese si è stretto attorno alla madre Sonia e al padre Giovanni Caporale, molto conosciuto in quanto colonna portante della sezione Pro loco, di cui è segretario da più di vent’anni. Qui, a Cordenons, Mauro aveva vissuto gran parte della sua vita, a casa dei genitori.
Dal 2016 Mauro Caporale aveva costruito la sua famiglia a Porcia, insieme alla moglie Lisa. Mauro si era costruito una vita e una carriera. Dipendente della banca Crédit Agricole FriulAdria, era stato promosso da appena due settimane a direttore della filiale di Prata di Pordenone. Era arrivato al vertice e ne andava molto orgoglioso. Accanto a questo percorso seguiva parallela la sua passione per il volo, che l’ha portato a salire sull’ultraleggero di Marco Vivian, 62enne, con brevetto da pilota. L’uomo che era al comando si trova ancora in gravi condizioni per le ustioni causate dall’incidente.
Di Mauro invece rimane solo il ricordo di una persona gentile professionale e molto preparata, per quanto riguarda il suo lavoro. E di figlio di cui andare orgogliosi, era il figlio che tutti avrebbero voluto avere, bravo e altruista, come ricorda il padre Giovanni.