L’edificio si trova in via Ristori, nel cuore di Cividale del Friuli.
I lavori di restauro di un edificio nel centro storico portano alla luce i resti dell’antica Forum Iulii. I cantieri di ristrutturazione del palazzo in via Adelaide Ristori 15, nel cuore di Cividale del Friuli, infatti, hanno permesso ancora una volta di mostrare l’importanza dell’archeologia urbana come mezzo per scoprire e far conoscere l’articolato tessuto abitativo della città ducale.
La prima parte dei lavori di scavo, conclusa a fine anno, è stata portata avanti al di sotto dell’immobile esistente, dopo la parziale demolizione di quest’ultimo e la messa in sicurezza delle strutture architettoniche originali, che si impostano su murature bassomedievali. Le ricerche hanno permesso di accertare la presenza di un edificio preesistente databile al XIV-XV secolo e dotato di numerosi vani interrati, usati come discariche fino al Cinquecento inoltrato, all’interno dei quali è stato rinvenuto vasellame da tavola e da cucina. Si tratta di profonde fosse di scarico che già in antico avevano intaccato i resti delle frequentazioni più antiche, in particolare una fase sepolcrale di età altomedievale databile tra VI e VII secolo avanzato.
Ma gli scavi hanno anche rilevato una precedente fase abitativa del V-VI secolo, strutturalmente modesta, che si impostava su contesti ancora più antichi di età tardoantica, che a loro volta avevano rielaborato strutture di età romana. Una sequenza stratigrafica articolata, dunque, indagata a fondo per aggiungere nuove informazioni alla conoscenza della città. La scelta di investire risorse economiche nello scavo, piuttosto che nella conservazione, trova ragione nella prioritaria importanza di capire la sequenza di vita dei contesti urbani. È questa infatti la migliore modalità di valorizzazione nei casi in cui la complessità delle sovrapposizioni archeologiche è tale da non prestarsi efficacemente ad una lettura immediata e da non permettere un’adeguata musealizzazione delle strutture rinvenute.
Le indagini, svolte dalla ditta Archeotest srl, sono state condotte sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Angela Borzacconi per conto della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, che ha sostenuto economicamente i lavori in sinergia con l’impresa Tilatti, committente dei lavori, in osservanza alla normale prassi di controllo a cui è sottoposto l’intero centro storico.
Nel caso di città stratificate come Cividale del Friuli queste finestre archeologiche sono vere e proprie occasioni di conoscenza, per fare luce sulle dinamiche insediative della città e sulle sue trasformazioni nel corso del tempo. La città di impianto cesariano, nata sullo snodo di vie commerciali, da cui il nome Forum Iulii, conobbe un significativo potenziamento in età tardoantica diventando un imprescindibile caposaldo difensivo, tanto da essere scelta come sede del primo dei trentacinque ducati del regno Longobardo in Italia, per mantenere la sua importanza anche nelle epoche successive assurgendo a importante centro del potere patriarcale.