La posa della prima pietra per la realizzazione della Casa e Ospedale di Comunità di Cividale.
Si è svolta martedì 4 giugno la cerimonia della posa della prima pietra per la realizzazione della Casa e Ospedale di Comunità e per la riqualificazione del comprensorio sanitario di Cividale del Friuli. Lavori finanziati dalla Regione con uno stanziamento di 8,69 milioni di euro che, in aggiunta ai fondi Pnrr, porta a circa 10 milioni di euro l’investimento complessivo per l’edificazione del nuovo fabbricato nelle adiacenze dell’attuale Punto di primo intervento.
“La posa della prima pietra della Casa e Ospedale di Comunità a Cividale è un gesto simbolico ma significativo, che indica la strada intrapresa per riorganizzare la struttura del sistema sanitario regionale – ha commentato l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi – . L’Amministrazione continuerà a essere di supporto in questo percorso che, pur necessitando di tempo per essere portato a compimento, può condurre a risultati tangibili nell’adeguamento dei servizi sanitari all’evoluzione della società in atto“.
Evidenziando le principali criticità che oggi il comparto sanitario del territorio si ritrova a fronteggiare, tra cui una diffusa inappropriatezza nelle domande di prestazioni e l’esigenza di rimodulare determinati percorsi formativi e universitari, l’assessore ha ricordato come il Friuli Venezia Giulia impieghi nel settore maggiori risorse rispetto a molte altre regioni italiane più grandi e popolose. Successivamente, l’esponente della Giunta regionale ha anche sostenuto come il potenziamento delle strutture per anziani non autosufficienti sia un intervento di primaria importanza alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione.
Come sarà.
L’edificio in cui sorgeranno la Casa e l’Ospedale di Comunità a Cividale avrà un’estensione complessiva pari a circa 3.500 mq e si svilupperà su due piani fuori terra e uno interrato. Al suo interno troveranno spazio una ventina di posti letto per le degenze di breve durata e di livello intermedio di intensità di cura, 8 postazioni di Sportello unico per le attività produttive e altrettanti di hospice, con una gestione prevalentemente infermieristica e il coinvolgimento dei medici di medicina generale. Il termine dei lavori è previsto entro la fine del 2026.