Cividale dedica un monumento a Norma Cossetto, ma non tutti sono d’accordo

Domenica 9 febbraio sarà inaugurata a Cividale del Friuli una scultura in ricordo di Norma Cossetto, Medaglia d’onore al merito civile, e di tutte le vittime e i martiri delle foibe. “L’iniziativa è stata voluta dalla Giunta Municipale in accordo con l’Associazione Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia (UNUCI) – sezione di Udine e si terrà alle ore 11.30 in Largo Martiri delle Foibe” spiega l’assessore Davide Cantarutti che ha seguito la pratica.

“L’UNUCI ha commissionato l’opera dallo scultore Giorgio Benedetti che ha lavorato sulla pietra piasentina; come lo scultore, molti altri hanno collaborato a titolo gratuito alla realizzazione della stessa. L’UNUCI l’ha donata al Comune, per cui la giunta ha deliberato sia l’accettazione della scultura sia l’autorizzazione alla sua collocazione” spiega Cantarutti.

La cerimonia di domenica sarà anticipata da un altro appuntamento: “Alle 10.30 presso la Chiesa di Santa Maria dei Battuti si terrà la presentazione del libro “Ho incontrato Norma: il mio percorso verso Norma Cossetto” di Alberto Bolzoni. Sarà presente l’autore e modererà il prof. Ugo Falcone” conclude l’assessore.

Non è d’accordo con la decisione l’Anpi di Cividale, che sul tema ha inviato una nota: “Nel rispetto che dobbiamo a tutte le vittime della guerra, sottolineiamo che l’edificazione di tale monumento (a Cividale o nelle altre parti d’Italia) non è un’operazione neutra. È piuttosto l’ennesima iniziativa ideologica, volta a parole a ricordare una persona “uccisa perché italiana” (anche se in Istria in quel periodo a moltissimi italiani non fu torto un capello), ma che nei fatti celebra l’italianità più violenta e aggressiva che contrassegnò il Confine Orientale. Norma Cossetto , conclude la nota, è una vittima civile di guerra e nulla giustifica il suo assassinio, ma non si può non ricordare che venne uccisa non perché italiana, ma, in un contesto di violenza e sopraffazione promosso dal regime fascista in quelle zone per tutto il Ventennio, in quanto nemica dei resistenti (sloveni, croati e italiani)”.