A Cividale celebrata la giornata regionale degli Alpini.
Un’intera Giornata per dire in fondo una sola parola, che però è la più importante: grazie; è questo il termine che è riecheggiato con maggiore frequenza oggi a Cividale, dove è stata celebrata la seconda Giornata di riconoscenza alla solidarietà e al sacrificio degli alpini.
L’intensa mattinata ha visto una nutrita partecipazione di penne nere provenienti da diverse sezioni e gruppi del Friuli Venezia Giulia, ma anche una significativa presenza istituzionale:
accanto al presidente del Consiglio regionale c’erano – prima in corteo, poi in piazza Duomo per la cerimonia dell’alzabandiera e quindi nella cattedrale, ad assistere alla messa – numerosi consiglieri regionali e molti sindaci del territorio, a cominciare da quello della città ducale.
Anche l’Associazione nazionale alpini era rappresentata al massimo livello grazie al presidente nazionale Sebastiano Favero, che nella sua allocuzione ha insistito sul “sogno di pace“, motto del recente raduno nazionale delle penne nere, che significa concretamente, al di là di ogni slogan, sporcarsi le mani e mettersi in gioco aiutando le persone senza chiedere nulla in cambio.
Come fanno da cent’anni gli alpini della sezione di Cividale, guidati oggi dal presidente Antonio Ruocco, ai quali proprio in ragione di questo anniversario è toccato l’onore di ospitare la prima cerimonia itinerante della Giornata. La massima carica dell’Assemblea legislativa regionale ha ricordato la genesi della legge che nel 2022, verso la fine della scorsa legislatura, ha istituito la Giornata del 20 maggio, e la prima celebrazione che è stata ospitata doverosamente dall’Aula
in quanto luogo di rappresentanza dell’intera popolazione del Fvg. L’evento ogni anno è ospitato da territori diversi, sulla falsariga di quel che gli alpini fanno da sempre restando a contatto con la gente, con attività solidali.
Agli alpini della sezione di Cividale, attivi da cent’anni, la presidenza del Cr ha infine donato il sigillo dell’Assemblea, spendendo un pensiero per tutte le persone che nell’arco di questo secolo hanno fatto parte dei gruppi Ana. È stato ricordato anche il loro contributo determinante alla ricostruzione post-terremoto, un momento tragico che però ha fatto emergere i valori di solidarietà, di caparbietà, di determinazione e impegno del popolo friulano, quella voglia di ricostruire più forte di ogni emergenza. Gli undici cantieri di lavoro nel Friuli terremotato, citati uno ad uno dal presidente della sezione Ana cividalese, restano una luminosa testimonianza di questa identità profonda, incarnata perfettamente dagli alpini.