Il Comune di Cividale partecipa al bando Creative Living Lab.
Riqualificare e dare nuova vita al chiostro interno del centro civico Giuseppe Pascolini di Borgo di Ponte a Cividale. È quanto spera di realizzare il Comune della città ducale con i fondi messi a disposizione con il bando Creative Living Lab, iniziativa nata nel 2018 per finanziare progetti di rigenerazione urbana attraverso attività culturali e creative.
Il settore cultura del Comune, infatti, ha di recente inoltrato una domanda di contributo per 50 mila euro alla Direzione generale creatività contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo sul bando Creative Living Lab.
“Gli obiettivi del bando ministeriale per l’anno in corso – spiega Angela Zappulla referente della giunta per il settore culturale – sono quelli di realizzare spazi attrezzati per nuove destinazioni e per attività che possono contribuire a trasformare la qualità dei servizi e degli spazi di comunità attraverso la creatività contemporanea”.
“Questi obiettivi – prosegue – ci hanno colpito molto e quindi abbiamo colto l’occasione per perfezionare un’idea che era già in embrione da anni e che è quella di riqualificare e dare nuova vita al chiostro. Questo bellissimo spazio, anni fa utilizzato dalla biblioteca per varie iniziative e adesso senza una specifica destinazione d’uso, necessita di risorse per diventare un piccolo parco urbano culturale al servizio dei cittadini”.
Il luogo, infatti, oltre ad essere il centro di contesti socio-culturali importanti quali la biblioteca, gli uffici dei Servizi sociali, la chiesa di Santa Maria dei Battuti e la sede dell’associazione Mittelfest, faceva parte dell’antico Ospedale di Santa Maria dei Battuti, che ospitava anche l’omonima Confraternita.
“La domanda di contributo – chiarisce ancora Zappulla – è stata elaborata dall’ufficio Cultura con l’intervento tecnico dell’architetto Michele Gortan, esperto in materia, e in partenariato con il Centro Friulano Arti Plastiche”.
In caso di finanziamento, le attività da realizzare saranno molteplici.
Spiegano congiuntamente Zappulla e Gortan: “Individueremo gli artisti volontari per testare la stesura di un piano culturale contro l’isolamento e per condividere le scelte progettuali di massima sulle proposte stilistiche allineate con la storia del luogo. Seguirà la fase della stesura delle idee, bozzetti e prototipi e la realizzazione di una prima fase embrionale sul posto al fine di generare curiosità e dibattito mediatico. Saranno individuati i partecipanti residenti, trasversali anagraficamente, che potranno interagire con gli artisti e diventare anch’essi rigeneratori di quel luogo; il fine ultimo è quello di realizzare nel chiostro opere ed oggetti che possano arredare lo spazio vuoto, diventare catalizzatore di attività culturali e creative, dare il via ad ulteriori processi collaborativi e di innovazione socio-culturale”.