Nel piccolo comune funzionano alimentari, farmacia e posta.
Difficile la vita nei piccoli centri, al tempo del coronavirus. Eppure, c’è anche qualche comunità in quota che, nonostante il proliferare dei centri commerciali e le possibilità offerte dalle località più a valle, si è organizzata e oggi resiste, pur in un momento delicato. Accade, per esempio, a Treppo Ligosullo, comune nato il primo febbraio 2018 dalla fusione tra i due municipi dell’alta Val Pontaiba, in Carnia. Qui sono circa 700 i residenti, ai quali non manca nulla. Niente trasferte forzate, insomma.
La solidarietà, qui, va oltre l’emergenza e alla necessità di limitare gli spostamenti. Grazie allo spaccio di alimentari nel capoluogo di Treppo, le esigenze degli abitanti vengono soddisfatte, ma si è andati anche oltre: “Grazie alla disponibilità della storica cooperativa PanCoop di Paluzza, che esiste dal 1908 e gestisce la rivendita, abbiamo fatto partire un servizio di pasti caldi a domicilio a chi ne fa richiesta – sottolinea il sindaco Luigi Cortolezzis -. È un’iniziativa rivolta, in particolare, agli anziani o chi ha problemi di mobilità”. Qui, dunque, le esigenze dei cittadini in tema alimentare vengono soddisfatte anche grazie ai volontari che dedicano tempo ed energie agli altri.
Gli altri servizi vengono garantiti. Dalla farmacia alla macelleria, gli abitanti hanno a disposizione tutto ciò che serve, senza la necessità di spostamenti lunghi. Anche l’ufficio postale è funzionante: a Treppo è attivo ogni giorno, durante la mattinata, mentre per ora è chiuso quello della frazione di Ligosullo. “Ma spostarsi verso il capoluogo – assicura Cortolezzis – non è certo un problema per i residenti”. Eppure, qualcosa in effetti manca. “Gli abitanti ci hanno fatto richiesta di ricevere le mascherine – conclude il sindaco -, ma non ce le hanno ancora distribuite. Così, ci siamo attivati per conto nostro, acquistando nella giornata del primo aprile 1.000 dispositivi di protezione”.