Decifrato grazie all’erbario custodito al Museo Gortani di Tolmezzo.
La storia del “libro più misterioso al mondo”, il “Manoscritto di Voynich” – un codice illustrato risalente al XV secolo, rimasto indecifrato per ben seicento anni e conservato all’Università di Yale – trova le sue radici in territorio carnico e in particolare si intreccia con la storia di un antico erbario custodito al Museo Carnico delle Arti Popolari Michele Gortani di Tolmezzo.
Studiato a lungo da Eleonora Matarrese – filologa, etnobotanica, scrittrice e accademica – il Manoscritto di Voynich è stato finalmente decriptato, con i suoi misteri, grazie anche alla consultazione del prezioso erbario “Gart der Gesundheit”, datato 1486, custodito all’interno della collezione del Museo Gortani e restaurato alcuni anni fa dal “Centro Studi e Restauro” di Gorizia.
Sabato 15 giugno, alle 10.30, nella sala multimediale del Centro Servizi Museali, adiacente al Museo, Eleonora Matarrese presenterà i suoi volumi dedicati alla ricerca sul “Manoscritto di Voynich”, nell’ambito della 2^ edizione del Festival “Tolmezzo Vie dei Libri”, promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e Fondazione Pordenonelegge. Per l’occasione sarà valorizzata la nuova esposizione dell’erbario “Gart der Gesundheit”, appartenente al Museo e già studiato da Domenico Molfetta, e i visitatori avranno, per la prima volta, la possibilità di sfogliarlo digitalmente grazie a una copia digitale, donata al Museo dall’Archivio di Stato di Trieste.
La storia del manoscritto.
Eleonora Matarrese, esperta di etnobotanica e docente all’Università “Aldo Moro” di Bari, dopo anni di ricerche e analisi, è la prima studiosa ad aver decifrato l’enigma del “Manoscritto di Voynich”, un codice quattrocentesco che racchiude quattro trattati: un erbario, un lunario, un trattato di scienza idraulica e un trattato agronomico.
Il manoscritto è così chiamato da Wilfrid Voynich, un mercante di libri rari polacco-lituano, che lo acquistò dal Collegio Romano dei Gesuiti di Villa Mondragone, Frascati, nel 1912. All’interno del manoscritto, Voynich trovò una lettera del rettore dell’Università di Praga (e medico reale di Rodolfo II di Boemia) per Athanasius Kircher, chiedendogli di decifrarlo. Nessuno ci riuscì, e il libro fu infine donato alla biblioteca dell’Università di Yale, da cui il nome con cui è archiviato: Beinecke 408.
Grazie al suo lavoro di ricerca, Eleonora Matarrese è riuscita a risalire al luogo, alla data e alla lingua in cui è stata realizzata l’opera (che corrisponde a un dialetto medio-alto tedesco), giungendo a collegare la stessa con il territorio della Carnia. Preziosissimo ai fini delle sue ricerche oltre agli incunaboli della Biblioteca Universitaria di Pavia del Ministero della Cultura, è stato l’erbario “Gart der Gesundheit”, esposto all’interno del Museo Gortani, che presenta alcune importanti similitudini con il manoscritto: una su tutte, la lingua in cui è composto, ascrivibile anch’essa al dialetto medio-alto tedesco di area carnica.
Inoltre, all’ingresso del Museo Carnico vi è parte di un affresco incorniciato che illustra la cittadina di Tolmezzo nel XV secolo con il castello, le mura e le torri, intorno un corso d’acqua e in primo piano quattro figure femminili. La figura centrale – con un velo e una corona, nuda e vicina al corso d’acqua con un globo in mano – ricorda sia una delle figure del folio 57v che una delle figure femminili nel cosiddetto “trattato delle acque”.
“Siamo molto lieti di accogliere questa presentazione e curiosi di ascoltare le sue sorprendenti scoperte sul manoscritto e le affascinanti rivelazioni. Ancora una volta ci troviamo di fronte a una preziosa testimonianza della ricchezza della storia della Carnia custodita al Museo delle Arti Popolari Michele Gortani di Tolmezzo, che continuerà a impegnarsi a supportare gli studi dei ricercatori aprendo le porte alla documentazione conservata, non solo al Museo, ma anche a casa Gortani” sottolinea la Presidente della Fondazione Museo Carnico, Aurelia Bubisutti.