Sequestrati falsi certificati professionali.
Oltre sei mesi d’indagine, anche oltre i confini regionali, hanno condotto l’Ufficio di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale della Comunità di montagna della Carnia non solo a sequestrare cinque certificati di qualificazione professionale falsi, ma anche ad individuare una vera e propria rete specializzata nel fornire false certificazioni professionali.
L’indagine è scaturita da una segnalazione dello Sportello Unico delle Attività Produttive di Tolmezzo in merito ad alcune anomalie nella documentazione, apparentemente rilasciata dalla Regione Puglia, presentata per l’apertura di un negozio di acconciatore nel capoluogo carnico. A seguito di alcuni controlli, è emerso che gli attestati ed altri allegati necessari per lo svolgimento della professione non erano mai stati emessi a favore del soggetto richiedente, che li avrebbe illecitamente acquistati per un ammontare di oltre tremila euro.
Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Udine, le attività d’indagine sono state estese in Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, portando alla luce l’esistenza di una vera e propria rete specializzata nel fornire false certificazioni professionali, solitamente rilasciate dalle Regioni o da enti accreditati al termine di un idoneo percorso formativo teorico-pratico.
Al termine dell’indagine, che ha previsto numerose perquisizioni domiciliari, sono stati sequestrati oltre ventimila euro in denaro contante, tre telefoni cellulari, tablet e personal computer; inoltre, è stata disposta la chiusura del negozio di acconciatore per due mesi e tredici persone di nazionalità straniera sono state deferite all’autorità giudiziaria per aver commesso reati quali falsificazione in atto pubblico, contraffazione di pubblici sigilli e falsa dichiarazione dei requisiti di legge per l’esercizio dell’attività professionale.