Protesta sullo Zoncolan per lo stop allo sci.
L’ennesimo rinvio della stagione invernale sulle montagne del Friuli non smette di far discutere. E nonostante i ristori promessi dalla Regione per le categorie, compresi i maestri di sci, il malumore non si placa.
E così, in Carnia è arrivata una protesta. Una rappresentanza del direttivo del circolo Fratelli d’Italia di Tolmezzo ha manifestato simbolicamente davanti agli impianti chiusi di Ravascletto, nell’ambito dell’iniziativa “la montagna merita rispetto non Speranza”. Con questa iniziativa – spiega la forza politica – ancora una volta FdI si è messa al fianco degli operatori della montagna fortemente penalizzati dalle recenti restrizioni del Governo, in continuità con quello precedente, e privi di aiuti concreti a sostegno della categoria.
La tanto attesa data di apertura della stagione sciistica, già gravemente compromessa dalla lunga, forzata, inattività, ha subìto la mazzata finale domenica 14 febbraio quando, a solo 24 ore dal momento dell’apertura, il governo ha, di nuovo, cambiato le carte in tavola, posticipando la fine dello stop al 5 marzo. “Questa decisione – rimarca Fratelli d’Italia – ha messo definitivamente in ginocchio il settore”.
“Ammesso e non concesso – dicono ancora i “meloniani” – che il 5 fosse ancora possibile aprire gli impianti grazie alle eccezionali ed abbondanti nevicate dell’ultimo periodo, ciò non basterebbe a coprire le perdite subite, i soldi spesi per adeguare le strutture alle misure anticovid, per l’assunzione del personale necessario, nuovamente disoccupato, per rimborsare gli skipass venduti online, per le prenotazioni negli alberghi prontamente disdette”.
“Se nel merito il Governo avrebbe anche potuto avere ragione nel metodo è stato disastroso: gli operatori che si erano preparati hanno buttato migliaia di euro e purtroppo hanno perso anche la voglia di riaprire in quanto non si fidano più. Ora indennizzi in tempi record” ricorda il coordinatore regionale del partito, Walter Rizzetto.
“Chi restituirà agli operatori i soldi investiti, anzi, buttati al vento? Quanti fondi verranno stanziati dal nuovo governo per il ristoro di queste imprese? Chi pagherà i danni di questa scellerata decisione? Ma, soprattutto, quando la superficialità di certe scelte smetteranno di prendere in giro cittadini ed imprese, procedendo a tentoni e trattando gli italiani come sudditi? Queste e molte altre le domande che Fratelli d’Italia, da uno dei poli sciistici più a nord est d’Italia fino a Roma rivolge al neo costituito governo Draghi”.