Passo di Monte Croce Carnico, la Regione non esclude una nuova galleria

Il cantiere di passo di Monte Croce Carnico

L’assessore regionale Amirante: ” Le soluzioni saranno valutate in maniera partecipata con il territorio”

“La Regione ha avviato un percorso di valutazione di tutte le soluzioni possibili per l’alternativa alla strada di passo Monte Croce Carnico. Nessuna decisione al momento è stata presa perché vogliamo sia definita in maniera partecipata con il territorio, per questo anche la realizzazione di una galleria è un’ipotesi di valutazione doverosa”. Così l’assessore regionale a Infrastrutture e territorio Cristina Amirante si è espressa sullo stato dei lavori in corso per trovare un’alternativa alla SS 52 bis a seguito della frana del dicembre 2023 che ha interrotto l’importante collegamento transfrontaliero.

Coinvolgere le popolazioni in un percorso partecipato

Amirante ha rimarcato, rispondendo a un’interrogazione in Consiglio regionale, che “l’opposizione manifesta una chiara contraddizione in termini. Da un lato urlano contro il consumo di suolo, dall’altro, nel caso di Passo Monte Croce, sono favorevoli alla soluzione più impattante, senza conoscere minimamente i dettagli del progetto, ma fanno riferimento a una vecchia progettualità del 2019 che è stata completamente superata dal lavoro congiunto svolto da Regione Fvg e Carinzia e oggetto della presentazione della scorsa settimana a Roma”.

“L’altra cosa che colpisce della posizione assunta dall’opposizione è che non ritenga doveroso coinvolgere le popolazioni in un percorso partecipato come quello che ha avviato la regione con il Land Carinzia e gli altri soggetti coinvolti”, ha rimarcato ancora Amirante.

Strada di competenza statale

“Proprio in quanto transfrontaliera – ha ricordato l’assessore – la strada non è di competenza regionale ma di competenza dello Stato, quindi abbiamo coinvolto Anas nel tavolo tecnico-istituzionale di confronto”.

Amirante ha riferito che sono state individuate tre alternative: una variante esterna con due possibili tracciati, una variante di traforo di base e una variante di traforo in quota, che hanno costi molto diversi, nell’ordine di centinaia di migliaia di euro.

Tre possibili alternative

“Le tre soluzioni sono frutto di un considerevole lavoro tecnico che rende dati oggettivi di valutazione e il cui processo di studio è stato dall’inizio sviluppato in maniera condivisa. Riteniamo che non vi sia motivo di scostarsi dall’approccio iniziale figurando una futura condivisione con tutti gli enti competenti quali il Land Carinzia, il Ministero dei Trasporti e l’ente gestore Anas, allargando certamente la platea al territorio coinvolto, tenendo ben presente che la riapertura rapida del tratto stradale è una priorità per la popolazione locale”, ha concluso l’assessore.