Ricordate le vittime dei nazifascisti a Malga Pramosio.
Ricordati questa mattina i 23 trucidati dai nazifascisti a Malga Pramosio il 21 luglio 1944. La cerimonia è stata officiata da don Tarcisio Puntel, parroco di Paluzza, che ha ricordato questa terribile pagina di storia carnica.
A ripercorrere la giornata, tra l’epoca passata e quella attuale, ci pensa Francesco Brollo, presidente dell’Uti Carnia. Partedalla stretta attualità, cioè dai 750 miliardi di euro appena stanziati dall’Europa per la ripresa dal coronavirus. “Cosa c’entra con la messa in ricordo dei 23 trucidati? C’entra – dice Brollo – perché l’Europa è la nostra assicurazione contro i conflitti e le guerre europee, che ha consentito che da allora nessuno in Europa dovesse provare ciò che ha provato il giovane pastore che a Pramosio aprì la porta della casera quella mattina del 21 luglio 1944, quando trovò resistenza perché il portone trovava ostacolo in uno dei cadaveri caduti a terra, imbattendosi in scene orribili, come una pancia sventrata dalla quale sgorgava la polenta appena mangiata assieme agli aguzzini che si erano travestiti da partigiani, scene che lo scioccarono al punto da impedirgli di tornare lì per 50 anni. Per non dire delle due donne violentate e brutalizzate in modo indicibile e il resto della striscia di sangue provocata dalla medesima squadraccia di nazi-fascisti che macchiò la Valle del But”.
“Dio ci ha fatti con teste differenti, ha detto nell’omelia Don Tarcisio, aggiungendo che nessuno ha il diritto di prevaricare l’idea altrui, tanto meno di togliergli la vita – aggiunge Brollo -. Ecco, è nostro compito dire che finché lo Stato considera l’Europa come matrigna, finché la regione considera lo Stato patrigno cattivo, finché il comune considera la regione matrigna ostile e finché la frazione considera il capoluogo comunale patrigno ingeneroso non andiamo da nessuna parte: il centro deve riconoscere la periferia come valore e la periferia deve riconoscere il proprio ruolo al centro!”.
La cerimonia è stata come di consueto partecipata, pur con i protocolli imposti dalle regole anti-contagio da Covid. “W la nestre mont, la nestre Cjargne, W l’Italie, l’Europe e vive la Pâs!” è il messaggio finale di Brollo.