La Regione ricorda Giulio Magrini: “Fautore della rinascita post terremoto”

Il ricordo di Giulio Magrini.

Personalità politica di spessore, amministratore e legislatore attento e preparato, uomo di cultura e studioso, ha saputo incidere attivamente nell’applicazione regionale della legge istitutiva delle comunità montane e nell’elaborazione delle prime linee di intervento sulla rinascita del Friuli terremotato, non solo presiedendo la Commissione speciale regionale per la ricostruzione, che guidò autorevolmente raccogliendo il testimone da Salvatore Varisco”.

Così il presidente del Consiglio regionale Fvg, Piero Mauro Zanin, ha sintetizzato il profilo umano e politico di Giulio Magrini, scomparso nei giorni scorsi all’età di 79 anni, commemorando in Aula, all’apertura dei lavori odierni dell’Assemblea legislativa, la figura del consigliere regionale di Ovaro che sedette negli scranni del Palazzo di Piazza Oberdan per tre legislature, la III, la IV e la V, rappresentando la Carnia in Consiglio regionale dal 1973 al 1988, aderendo al Gruppo consiliare del Pci.

Ci ha lasciato dopo lunga malattia, affrontata con grande coraggio e forza d’animo” è stato sottolineato, porgendo alla moglie Bianca, ai figli Aulo e Giovanni e ai famigliari presentile condoglianze del Consiglio regionale e ricordando l’impegno vissuto fin dalla gioventù nella vita politica della sua terra, divenendo inizialmente consigliere comunale a Prato Carnico e poi a Tolmezzo, prima dell’esperienza regionale, e successivamente ricoprendo dal 1990 l’incarico di sindaco di Ovaro, suo paese natale.

“Come componente di Commissione – ha sottolineato il presidente dell’Aula – seguiva abitualmente i provvedimenti relativi alle zone terremotate, le materie riguardanti l’agricoltura, l’attività venatoria, la forestazione, il turismo delle aree montane, e in questa veste assunse l’incarico di relatore in Aula di diversi provvedimenti di legge. Contribuì, assieme ad altri, a definire proposte e delineare progetti, ma fu anche tra i pochi a continuare a dialogare e a confrontarsi con i giovani sulle difficoltà dell’amministrare, sulle criticità strutturali e sulle possibili soluzioni che potevano arrestare il lento declino demografico e sociale di una terra orgogliosa della propria storia, nella quale era cresciuto vedendo le fatiche quotidiane e i sacrifici delle persone più anziane”.

“Giulio e i fratelli erano cresciuti maturando la loro coscienza civile nella memoria del papà, medico e partigiano della brigata Carnia delle forze garibaldine, ucciso da un commando tedesco a Sutrio nel 1944 e insignito, alla memoria, con medaglia d’argento al valor militare. Questa eredità, accanto all’impegno civile e ai valori dei combattenti della libertà, hanno rappresentato – è stato evidenziato – i punti fermi di Magrini durante tutto il suo
percorso, fatto di rigore e dirittura morale, di grande capacità di dialogo e confronto, sempre nel rispetto delle posizioni politiche degli interlocutori
“.

Magrini fu autore del libro sulla sua adolescenza “Un bambino e la guerra” e ideatore e curatore del documentario “Carnia 1944, un’estate di libertà”, nel quale ha ripercorso la straordinaria esperienza della repubblica libera della Carnia, come prima conquista dei diritti di partecipazione democratica al governo di un territorio, seppur nelle condizioni date dall’ultimo anno di guerra. Numerosi gli interventi tenuti nel ruolo di componente della direzione provinciale dell’Associazione partigiani, in molte località del Friuli, per ricordare momenti, spesso tragici, di lotta e le ricorrenze della Liberazione,  appuntamento che lovedeva sempre presente. Appassionato di montagna e dei suoi percorsi naturalistici, è stato presidente dell’associazione che raggruppa le sezioni della Carnia e Valcanale del Club alpino italiano, una realtà alla quale si deve la promozione del festival letterario “Leggi montagna” che aveva Giulio tra gli organizzatori.

“I molti che lo hanno conosciuto e ne hanno condiviso l’impegno – si è affermato in conclusione – hanno lasciato in questi giorni significative testimonianze sulla sua naturale capacità di interpretare le criticità e suggerire le possibili soluzioni, coinvolgendo amministratori e associazioni, per cercare di raggiungere i risultati che rispondevano alle esigenze e alle aspettative della Comunità regionale”.