Dopo la tempesta Vaia, a Ovaro rinasce la chiesa di San Martino

L'inaugurazione del recupero della pieve di S. Martino

Inaugurazione del restauro della chiesa di San Martino e dell’area archeologica di Ovaro, danneggiate dalla tempesta Vaia nel 2018

A Ovaro, è stato inaugurato il recupero della chiesa di San Martino Vescovo e dell’adiacente area archeologica, gravemente danneggiati dalla tempesta Vaia del 2018, quando il torrente Degano esondò, allagando tutta la zona circostante, compresa l’area sacra.

Alla cerimonia, che si è conclusa con un concerto e con la visita al sito storico, hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore regionale Riccardo Riccardi, il soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, Valentina Minosi, il pievano di Santa Maria di Gorto monsignor Gianni Pellarini e il sindaco di Ovaro, Lino Not.

Foto storica di come giaceva la zona della pieve di S. Martino all’indomani della tempesta Vaia

Una giornata speciale per tutta la comunità

Poter restituire bellezza, arte, storia e radici alla comunità di Ovaro e a quella di tutta la regione fa di questo un giorno speciale”, ha detto Riccardi. “Per raggiungere il traguardo è stato fondamentale il lavoro di squadra, la collaborazione tra istituzioni e anche tra associazioni e cittadini. Un esempio di come si può rinascere e ripartire superando gravi e complessi momenti di emergenza quali furono i giorni di Vaia: quella tempesta fu il primo evento violento, imprevisto e improvviso, che affrontammo in tutta la sua gravità, per poi trovarci nostro malgrado a fronteggiare a ritmi sempre più serrati un meteo mutato, capace di colpire non solo la nostra montagna ma anche la costa e gli interni, come a Mortegliano“.

Una fase della cerimonia che si è svolta nella pieve di S. Martino

I giorni di Vaia e le notti insonni

Ricordo i giorni di Vaia e Ovaro, con l’allora sindaco e il parroco, con la comunità. Passammo notti insonni. Poi i fondi, 400 milioni di euro, e la messa in sicurezza del territorio, con centinaia di cantieri, da quelli più grandi a quelli più piccoli”, ha aggiunto Riccardi. “Grazie a quelle opere il nostro territorio è sempre più resiliente: gli eventi meteo avversi frequenti e violenti causano sì danni ma in termini certamente minori grazie alle opere realizzate e che andiamo a realizzare costantemente”.

Lavori di restauro iniziati nel 2020

I lavori di restauro a Ovaro sono iniziati nel 2020 e sono stati eseguiti tramite una convenzione stipulata tra la Protezione civile della Regione Friuli Venezia Giulia e la Soprintendenza Abap Fvg: la Protezione civile regionale operò subito con un primo intervento di somma urgenza per la messa in sicurezza dell’area. Quindi sono stati messi a disposizione circa 120mila euro per il recupero, eseguito sotto la direzione della Soprintendenza.

Una fase della cerimonia svoltasi oggi a Ovaro

I lavori di ripristino hanno previsto il risanamento della copertura e il restauro delle strutture dell’area archeologica: all’interno della chiesa è stato sistemato la fonte battesimale ed è stato ripristinato il relativo sistema di illuminazione e ventilazione. È stato poi eseguito un restauro degli intonaci e delle superfici lapide interessate dall’alluvione.

Fondamentali le donazioni della cittadinanza

Il restauro è stato possibile anche grazie a donazioni di privati cittadini, di associazioni, del gruppo di Alpini e grazie alla fattiva collaborazione con il Comune di Ovaro e la con la Pieve di Santa Maria di Gorto.

La chiesa di San Martino Vescovo e l’adiacente area archeologica sono stati al centro, a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, di alcune indagini stratigrafiche che hanno portato alla luce i resti di un complesso architettonico del quinto secolo dopo Cristo, con una vasca battesimale di notevole interesse, impostato sui resti di una villa tardo romana e vicine sepolture di età altomedievale. Si tratta di uno dei complessi battesimali rurali più grandi rinvenuti sino oggi in Italia.