Le due Comunità sollecitano il Comune di Ovaro a rispetto legge.
Clavais e Liariis puntano “all’autogoverno”, ma il Comune di Ovaro pare prendere tempo. Certo, messa così, è forse una sintesi riduttiva, eppure è quello che sta accadendo nelle due piccole comunità carniche che, nel rispetto della legge, hanno deciso di costituirsi in domini collettivi.
La gestione comunitaria dei beni collettivi.
Il Canal di Gorto, con la Val Canale e il Carso, è il territorio regionale dove più diffuse sono le esperienze di gestione comunitaria dei beni collettivi. Vi operano, infatti, 4 amministrazioni frazionali, Givigliana e Tors, Ovasta, Pesariis, Tualiis e Noiaretto e 3 comunioni familiari, Collina, Liariis, Tualiis e Noiaretto, chiamati in questa parte consorzi privati.
Ultimamente, le Comunità di Clavais e di Liariis, prime in Friuli, non si sono lasciate sfuggire le opportunità assicurate dalla legge statale in materia di domini collettivi, che ha completamente rivoluzionato la normativa del settore, cancellando definitivamente gli antichi pregiudizi liquidatori e centralistici della Legge fascista del 1927.
Prima Clavais, nell’estate del 2020, e poi Liariis, fra luglio ed agosto di quest’anno, hanno provveduto a costituire i rispettivi domini collettivi, attraverso vivaci Assemblee di comunità e formali votazioni, aperte a tutti i frazionisti residenti.
Quattro le proprietà collettive.
Oggi, dunque, sono 4 le proprietà collettive attive nel territorio del Comune di Ovaro. I Domini collettivi di Clavais e di Liariis, infatti, si sono aggiunti alla storica amministrazione di Ovasta e al Consorzio di Liariis, a riprova di un dinamismo e di un ritrovato protagonismo delle antiche “Vicìnie” e “Comunità di villaggio”, che ancora si riscontra raramente in altre realtà regionali, pur simili per storia e connotati territoriali.
I neonati domini collettivi carnici sono stati affidati dalle rispettive Comunità a due dinamici Comitati di amministrazione, che risultano composti, nel caso di Clavais, dal presidente Mattia Primus e dai consiglieri Giovanni Brovedan, Dario Puschiasis, Mirco Zanier e Marzia Pachner. Le votazioni di Liariis, svoltesi l’8 agosto con la partecipazione del 43% degli aventi diritto, pari a 70 frazionisti, hanno portato all’elezione di Carlo De Caneva (successivamente scelto come presidente), Luigi Crosilla, Josef Gloder, Pio Corva ed Elisa Solari.
Mentre a Clavais è già stato elaborato e sottoposto al voto dell’Assemblea di Comunità lo Statuto, che orienterà l’azione amministrativa del Comitato di gestione, tale percorso partecipativo è l’attuale impegno del gruppo guidato da De Caneva. Ai nuovi Comitati è attribuita automaticamente dalla legge stessa “personalità giuridica di diritto privato”, riservando alle amministrazioni comunali un ruolo residuale, esercitabile soltanto in assenza dell’iniziativa delle Comunità.
La burocrazia dell’amministrazione comunale.
“A fronte di tali innovazioni legislative e dell’assumzione di responsabilità delle Comunità di Clavais e di Liariis – dichiarano Mattia Primus e Carlo De Caneva, unitamente agli esponenti dell’Alleanza friulana Domini collettivi, Delio Strazzaboschi e Luca Nazzi, che hanno seguito l’iter di applicazione della Legge 168 – stride l’atteggiamento del Comune di Ovaro. Se, in passato, la farraginosità dei procedimenti previsti dalle norme del secolo scorso e gli influssi nefasti dell’indirizzo politico e culturale impresso dalla dittatura fascista potevano, forse, giustificare qualche titubanza e ritrosia, oggi ciò non è più tollerabile”.
I portavoce delle Frazioni ovaresi fanno riferimento alle difficoltà frapposte dalla burocrazia municipale al formale trasferimento dei beni collettivi dall’amministrazione comunale, che li ha avuti in gestione a partire dal Ventennio fascista, ai nuovi Comitati di gestione dei Domini collettivi.
“Abbiamo formalmente richiesto tale passaggio, con la conseguente intestazione catastale, nel novembre 2020 – dichiara il presidente Primus, a nome della Comunità di Clavais –, ma nella risposta giuntaci soltanto 9 mesi dopo, l’amministrazione comunale si limita a comunicarci di attendere ancora chiarimenti dalla Regione su modalità e tempi relativi alla procedura. Riteniamo tale atteggiamento inaccettabile e irresponsabile e pertanto, il 29 agosto, abbiamo dovuto ribadire che le uniche procedure che vanno obbligatoriamente seguite sono quelle previste dalla Legge n. 168/2017”.