Maria Plozner Mentil veniva uccisa in Carnia nel 1916.
Maria Plozner Mentil era una delle tante portatrici carniche che, nel corso del primo conflitto mondiale, “armate” di una semplice gerla in paglia percorrevano mulattiere e sentieri della Carnia portando ai soldati italiani viveri e rifornimenti. Maria è stata uccisa da un colpo di fucile sparato proprio il 15 febbraio 1916, 105 anni fa, da un cecchino austriaco, che la ferì gravemente: trasportata all’ospedale di Paluzza, moriva il giorno seguente.
E’ l’unica donna in Italia a cui è stata intitolata una caserma dell’Esercito Italiano. La caserma si trova a Paluzza ed è oggi sede del Servizio di Protezione civile dell’associazione nazionale Alpini della zona.
Maria era nata nel 1884 a Timau, piccolo centro abitato in provincia di Udine. Madre di quattro figli, la sua vita cambiò il 24 maggio 1915, quando anche l’Italia decise di gettarsi nel conflitto, dichiarando guerra all’Austria-Ungheria. In Carnia, si combatteva in quota, tra le montagne e le cime, con quasi 12mila Alpini che dovevano essere riforniti di munizioni e viveri ad altitudini elevate.
Il Comando supremo decise di diramare un’ordinanza di arruolamento volontario tra la popolazione civile, per aiutare a portare in quota il materiale occorrente alle truppe: ma quasi tutti gli uomini abili erano già sotto le armi, tra le cime innevate o nel fondo di una trincea sull’Isonzo. Risposero all’appello centinaia di donne, tra cui Maria Plozner. Caricandosi sulle spalle le caratteristiche gerle, delle ceste di vimini utilizzate per raccogliere il fieno, il granturco o le patate, le portatrici percorrevano anche più di mille metri di dislivello, su quei sentieri che portavano in vetta.
Raggiunti gli Alpini, che spesso erano che i propri mariti, fidanzati e figli, si intrattenevano a parlare di quanto avveniva “giù al paese”, della quotidianità, della vita interrotta dalla guerra. Dopo la morte di Maria, il rito funebre venne celebrato con i più alti onori militari e il suo corpo, dal 1934, riposa nel grande Ossario di Timau, accanto ad altri 1.763 soldati caduti al fronte, tra i “suoi” Alpini.
La sua storia ridivenne celebre quando nel 1997 l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro le conferì la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Oggi a Timau è possibile ammirare un monumento dedicato alle portatrici carniche e visitare il museo “La Zona Carnia nella Grande Guerra” dove, in mezzo a centinaia di reperti bellici rinvenuti sulle montagne circostanti, si trova anche una sezione dedicata alla storia di queste donne.