Il ricordo di Primo Blarzino a Lauco.
È stata una cerimonia densa di emozioni, ricordi e non poche lacrime, quella che la CNA Fvg ha dedicato al suo fondatore, Primo Blarzino, a un anno dalla sua morte. A Lauco, dove Primo era nato e vissuto, gli hanno voluto rendere omaggio i vertici della CNA, i “cugini” di Confartigianato, l’amica Isabella De Monte, le figlie Sandra e Sara, i tanti conoscenti che lo stimavano e amavano: tutti desiderosi di testimoniare il valore etico, civile e politico dei suoi insegnamenti, l’incredibile arte oratoria, l’eccezionale eredità umana e professionale di questo personaggio che ha lasciato un grande vuoto nell’intero mondo artigiano e del Friuli produttivo, oggi orfano di una voce importante dell’imprenditoria. Una figura di riferimento preziosa che ha arricchito il sindacato di battaglie e tappe fondamentali, prima gettando le radici della CNA di Udine e del Fvg, poi accompagnando l’associazione, con la sua profonda saggezza ed esperienza, nella crescita sia politica che sindacale.
“Un carnico tutto d’un pezzo, con i valori trasmessi dalle sue montagne – hanno riportato commossi -. Un faro per tutti noi, un esempio da ascoltare sempre. Un uomo instancabile, versatile, capace in tutti i campi. Una grande persona”. La vita di Primo, attraverso le sue lotte politiche, la gavetta, la guerra, segue i pezzi di storia del territorio e della gente carnica. Memorabile l’impegno profuso nei confronti della collettività sia locale, nella sua natale Lauco (dove la variopinta bottega che conduceva con la figlia, in un paese abitato solo da 300 persone, ha una funzione sociale più che commerciale), sia nei confronti della categoria degli artigiani. “Manca e mancherà, ma oggi desideriamo solo festeggiarlo, con la nostra presenza e l’affetto di tutti coloro che come noi lo hanno stimato”.
Carlo Faleschini e Guglielmo Biasutti hanno rammentato episodi risalenti all’ESA e le tante battaglie politiche di Primo, mentre l’onorevole De Monte – amicizia più volte riportata nelle pagine del diario di Blarzino, letto dalla giornalista Rosalba Tello, moderatrice dell’evento – ha ricordato soprattutto il suo coraggio.
“Quando noi eravamo stanchi, alle nostre lunghe riunioni, lui restava sempre attento, pieno di energie passione – ha raccontato Isabella De Monte -. Prima ascoltava e poi parlava, con saggezza e intelligenza, con quel fare gentile e nobile d’altri tempi. Ci induceva sempre a non avere paura. Per tutti noi ha rappresentato una guida, alla soglia dei 100 anni non aveva nessuna intenzione si arrendersi, anzi, guardava al futuro. Lo ricorderò sempre con quel suo sorriso aperto e sincero”.
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