Il sentiero 227 diventerà strada camionabile forestale, proteste
Il sentiero 227 della Val Degano, quello che collega il Rifugio Chiampizzulon (in comune di Rigolato) e Malga Tuglia (Forni Avoltri) diventerà una strada forestale camionabile a 1600 metri di quota. Un progetto che ha scatenato le proteste di numerosi friulani e ora anche del Cai Friuli Venezia Giulia, contrario all’operazione.
Su facebook, un gruppo di cittadini ha creato un gruppo che vuole salvare il sentiero e che ha raggiunto ormai le 3.300 adesioni di persone che spingono per uno sviluppo montano diverso, sostenibile e che valorizzi il territorio. A loro, ora si aggiunge anche la voce del Cai Fvg: “I disastrosi effetti di eventi atmosferici, spesso definiti estremi, ripetutisi negli ultimi tempi non sono altro che la rivalsa messa in atto da quella natura che fin qui è stata trascurata, ma più spesso sfruttata oltre ogni ragionevole misura – è intervenuto il presidente, Silverio Giurgevich -: di questo c’è sempre maggiore consapevolezza. Poi però, a livello locale, può succedere di imbattersi in iniziative che, inopinatamente, fanno a pugni con un tale rinnovato atteggiamento. E’ il caso di questo progetto, una proposta impropriamente qualificata come miglioramento dell’attuale assetto viario, che vedrà invece il totale rimpiazzo dell’attuale sentiero CAI n. 227, un’infrastruttura molto amata dagli escursionisti, anche da quelli che si spostano con le due ruote, perché in perfetta, armonica relazione con l’incontaminato ambiente circostante, ricco pure di endemismi botanici ed animali. Con le sue dimensioni, proprie più di una strada al servizio di un traffico pesante, e con l’invasivo corredo di diverse piazzole, andrebbe ad incidere in maniera brutale e crediamo irreversibile intanto sulla bellezza dei luoghi”.
Secondo il Cai Fvg, l’opera è non necessaria, inutilmente costosa ed esposta a gravi rischi: “Come documentato dalla relazione della Commissione Tutela Ambiente Montano del Cai Veneto e Fvg – continua il presidente -, non ci sono pressanti esigenze di ordine viario, né motivazioni di tipo economico. Per contro, c’è invece il forte rischio di futuri danneggiamenti a carico della strada, con frequenti e onerose manutenzioni, dato che il percorso intercetta ripidi canaloni. Non è questa la valorizzazione di cui ha bisogno la montagna, che deve essere sostenuta nella salvaguardia delle sue esclusive peculiarità”.