La proiezione il 16 luglio.
Martedì 16 luglio a Roma, nella sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, alle 12, sarà presentato il docufilm “Cercivento, una storia che va raccontata”, realizzato dal Centro di Documentazione della Regione FVG insieme con il Comune di Cercivento, per ricostruire una tra le pagine più tristi e cupe della prima Guerra mondiale, quella della fucilazione “per esempio” di quattro alpini appartenenti al battaglione Monte Arvenis, 109° Compagnia dell’8° Reggimento – il caporalmaggiore Silvio Gaetano Ortis di Paluzza, il caporale Basilio Matiz di Timau, il caporale Giovanni Battista Corradazzi di Forni di Sopra, e il soldato Angelo Massaro di Maniago – passati alle armi a Cercivento il primo luglio 1916.
La proiezione avverrà alla presenza dei sottoscrittori del disegno di legge, prima firmataria la senatrice del FvgTatiana Rojc, ora assegnato alla Commissione difesa del Senato, contenente disposizioni per la riabilitazione storica degli appartenenti alle Forze armate condannati alla fucilazione dai tribunali militari di guerra nel corso del primo conflitto mondiale, dei senatori della regione, del presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin e del consigliere regionale Luca Boschetti già sindaco di Cercivento. L’invito è rivolto anche ai componenti della Commissione Difesa e del già sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone che in quella veste nel 2000 si era occupato del problema presentando un testo di legge teso a costruire una memoria condivisa di quegli avvenimenti sulla base dei principi della Costituzione.
“Un contributo importante che il Friuli Venezia Giulia offre per giungere alla riabilitazione postuma dei quattro militari – sottolinea il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin – e per sanare la ferita aperta da queste condanne inique che dolorosamente accomunano la sorte di questi quattro alpini a quella di centinaia di vittime di una strategia militare ottusa”.
Nella nostra regione il ricordo di quelle fucilazioni è ancora vivo. Tre anni fa venne approvata all’unanimità in Consiglio regionale una mozione per sostenere la necessità di riabilitare la loro memoria..
La condanna di quei giovani fu per la loro protesta di fronte all’ordine di attaccare la vetta del Cellon, presidiata dagli austriaci, di giorno e senza copertura di artiglieria. Proposero di attaccare di primo mattino, con il buio e riparati dalla nebbia, e magari con ai piedi i silenziosi “scarpets” della Carnia al posto degli scarponi, ma non ci fu nulla da fare, si proseguì con gli attacchi frontali, e i quattro furono fucilati mentre ad altri 29 alpini vennero comminate pene da 4 a 15 anni.
La tattica suggerita dai “rivoltosi” venne in seguito applicata con successo, ma l’onore dei quattro fucilati a Cercivento, come quella di tutti i soldati – circa 750 – che in quella guerra furono giustiziati sommariamente e ingiustamente, deve essere ancora restituito.
“È una riparazione a cui altri Paesi, come Francia e Gran Bretagna, hanno già provveduto: come istituzioni e Comunità del Friuli Venezia Giulia – sottolinea ancora Zanin – vogliamo essere a fianco del Senato e del Parlamento in questo impegno di riconciliazione anche con un contributo storico culturale come questo docufilm”.
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