L’azienda di Amaro sfrutta sempre più l’intelligenza artificiale.
Dov’è meglio far esondare il fiume nel caso di piena perché i danni siano quanto più contenuti possibile? Quali sono esattamente le piante, lungo quel viale della città, che, a dispetto dell’apparenza, sono così fragili da poter essere pericolosi?
Due domande tra le tante che sono arrivate ad Amaro nel quartier generale di Helica, dove la flotta aerea della società s’impegna quotidianamente per effettuare ogni tipologia di telerilevamento che possa restituire numeri, simulazioni, cartografie quali risposte puntuali e affidabili ai quesiti provenienti da tutto il mondo.
È in questo mondo che, spiega il manager Stefano Adami, oggi l’applicazione dell’intelligenza artificiale diventa “un’opportunità strategica per offrire soluzioni all’avanguardia affinché la prevenzione diventi la prima risposta a molti rischi, da quello idrogeologico a quello degli incendi boschivi, e alla gestione di diverse realtà, tra le quali il verde nelle città di ogni dimensione”.
Per questo Helica già da tempo ha deciso di investire “risorse finanziarie e umane significative” per implementare la capacità dei propri mezzi di raccogliere quante più informazioni (o dati), di modo che la loro elaborazione, con successivi sistemi sofisticati, dia risposte soddisfacenti quanto innovative.
“Dall’estero – esemplifica Adami – da tempo ci chiedono di condurre rilevazioni su ampi territori per verificare, attraverso una simulazione, quali fossero i punti più sicuri per far esondare un fiume nel caso di piena e contenere i danni. La precisione e puntualità della riposta è strettamente alla mole di dati utili che si riescono a raccogliere. Con essi i nostri sistemi basati sull’intelligenza artificiale elaborano soluzioni che diversamente impiegherebbe anni ad essere ottenuti e non con un così alto grado di affidabilità”.
Se Helica investe dal punto di vista tecnico e tecnologico direttamente sui mezzi di rilevamento – dagli aerei ai droni -, una parte fondamentale degli investimenti in innovazione 4.0 la riserva per le collaborazioni con le università e i centri di ricerca del Friuli Venezia Giulia e non solo. “È una collaborazione indispensabile per poter avere sempre il meglio del know how – sottolinea Adami – e le risposte più avveniristiche, al passo con la rapida evoluzione delle conoscenze e delle tecnologie che si hanno negli ambiti connessi con l’intelligenza artificiale. Se un’azienda dovesse puntare tutto e solo su proprie risorse, non riuscirebbe di certo a mantenere un costante ed elevato tasso di innovazione e di risposte sempre molto performanti”.