La morte di Mirella Candussio a Buttrio.
Si avvicina il momento della giustizia per i familiari di Mirella Candussio, la trentacinquenne di Buttrio che ha perso la vita il 31 dicembre 2019 in seguito ad un terribile incidente stradale successo a due passi da casa sua. Il pubblico ministero della Procura di Udine Luca Olivotto, a conclusione delle indagini preliminari, ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale per S. N., 64 anni, nato in Slovenia e residente a Gradisca d’Isonzo (Gorizia), che ha tamponato con estrema violenza con la sua Audi A6 la Fiat Panda su cui la giovane viaggiava e anche per la conducente dell’utilitaria e amica del cuore della vittima, U. B., 36 anni, anche lei di Buttrio. Riscontrando la richiesta, il Gip Carlotta Silva, ha dunque fissato l’udienza preliminare del processo per il prossimo 30 novembre, alle 9.30, in Tribunale a Udine.
L’incidente, rilevato dai carabinieri di Torviscosa, è successo poco dopo le 20 sulla Strada Regionale 56. Le due giovani, che stavano andando a una cena per festeggiare il Capodanno, erano appena uscite da via Beltrame svoltando a sinistra e si erano immesse sulla SR 56 quando sono state tamponate dall’Audi A6 di S. N. che sopraggiungeva sulla Regionale, nella stessa direzione. L’impatto è stato tale che le due vetture sono finite a quasi 50 metri dal punto d’urto all’interno di un giardino privato, dopo aver superato il ciglio erboso della strada e abbattuto un segnale stradale e la recinzione della proprietà. I due conducenti la sono cavata con lesioni non gravi, per Mirella, invece, non c’è stato niente da fare, troppo gravi i politraumiriportati, in particolare un trauma cranio-encefalico: è deceduta durante la corsa disperata verso l’ospedale di Udine.
A conclusione delle indagini, il Pm ha chiesto il processo per S. N. per omicidio stradale per aver causato la morte di Mirella Candussio per colpa consistita in “negligenza, imprudenza imperizia e inosservanza di norme sulla disciplina della circolazione stradale”, in particolare per la velocità tenuta la quale, oltre ad essere del tutto inadeguata al luogo, all’ora e alle condizioni della strada e del traffico, era “superiore di oltre i 40km/h il limite vigente in quel punto”. Il sostituto Procuratore aveva invece chiesto lo stralcio della posizione della conducente della Panda, ma il Gip Carlotta Silva, con ordinanza ad hoc, ne ha imposto l’imputazione coatta e quindi anche lei dovrà rispondere del reato di omicidio stradale in concorso per omessa precedenza. I congiunti della trentacinquenne attraverso Studio3A sono già stati risarciti, ma ora ovviamente si aspettano una risposta anche dalla giustizia penale.