Al via il centro estivo sportivi di Buttrio.
E’ iniziato il centro estivo sportivo Buricampus di Buttrio. Una via di sfogo alla voglia di normalità post lockdown, un servizio alle famiglie, un’opportunità di divertirsi in sicurezza. Questi gli obiettivi del progetto nato dalla collaborazione tra il direttivo dell’asd Buttrio Calcio – Paolo Aita, presidente, Federico Grison, responsabile settore giovanile, Alessandro Merlo, direttore sportivo – con la società White Sox baseball Buttrio, con il contributo dell’amministrazione comunale.
“Finita la pesante quarantena, ci sono volute numerose riunioni tra il direttivo dell’asd Buttrio calcio, gli assessori allo Sport Paolo Clemente e alle Politiche familiari Elena Clemente, il sindaco Eliano Bassi, per poter organizzare e dar vita al Buricampus – spiega Grison-. Le difficoltà erano principalmente legate all’adeguamento alle ferree normative post pandemia e ai rigidi protocolli sanitari da seguire, che hanno comportato un esborso finanziario. Il Comune ha abbattuto i costi e le rette di partecipazione dei ragazzi, con un importante contributo”.
“Ci abbiamo creduto e abbiamo spinto affinché si realizzasse il cento estivo– aggiunge l’assessore Elena Clemente-, affinché i ragazzi potessero stare assieme in sicurezza e agevolare le famiglie per un paio di settimane”. Il Buricampus ha avuto un boom di richiestegià al primo giorno di apertura delle iscrizioni. Il numero dei partecipanti è giunto presto a 90 unità, numero bissato per la seconda settimana in programma. “Il punto di forza del centro estivo sono le ampie aree all’aperto del centro sportivo di Buttrio, la struttura polifunzionale del Palafeste e la palestra comunale,utilizzata come piano B il giorno del battesimo del campus a causa della sotto la pioggia incessante”, riferisce Grison.
La professionalità di 16 tecnici-allenatori qualificati e di una quindicina di animatori e collaboratoridà vita a numerose attività, tra cui mountaine bike, calcio, baseball, volley e basket, obbligatoriamente riviste nel loro svolgimento per poter mantenere il distanziamento sociale. Il protocollo sanitario e le rigide regole sulle protezioni personali, sia per i partecipanti che per gli organizzatori, non hanno fermato la voglia di ritrovarsi in maniera sicura dopo il periodo di forzato isolamento.
“I ragazzi (6-13 anni) stanno rispondendo in maniera sorprendentemente matura agli obblighi prescritti, consapevoli che questo sia l’unico modo per poter ritornare lentamente alla vita sociale – spiegano gli organizzatori -. Sole, aria aperta, sport e compagnia stanno contribuendo a creare un clima di ritrovata normalità”.