Dm Elektron di Buja, la presidente di Confindustria auspica ad un dialogo fra operai e proprietà

La presidente di Confindustria Anna Mareschi Danieli sul caso Dm Elektron.

La presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, è intervenuta sulla vicenda DM Elektron.

“Ritengo inaccettabili – ha commentato la presidente – , per tono e linguaggio, striscioni e commenti che si sono visti ultimamente. Non osiamo neanche ripeterli, perché non vogliamo dare alcuna visibilità a questi fatti intollerabili. Siamo un po’ tutti responsabili di quello che sta accadendo, perlomeno quindi prendiamo le distanze dagli estremismi attraverso una presa di posizione chiara e altrettanto dura”.

“La strada da percorrere è invece quella che si ispira al senso di responsabilità. Abbassare i toni, attenersi ai fatti e ricercare le soluzioni possibili senza dare spazio a commenti privi di valori: sono questi i passi da percorrere sulla via di un’auspicabile soluzione della vicenda, che non è affatto scontata. E per questo richiede grande equilibrio e senso di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti, nel supremo interesse che individua nella tutela dell’attività di impresa e del lavoro gli obiettivi principali”.

“Stando ai fatti, il valore aggiunto è stato creato dalle sole attività di ingegneria e di progettazione sviluppate da Dm Elektron nella sede di Buja. Fatto che, unitamente ai risultati positivi generati dell’insediamento produttivo in Romania, ha consentito un equilibrio per l’azienda. Un equilibrio, comunque, fragile, è un dato oggettivo. In questi mesi, inoltre, le performance del sito produttivo di Buja sono ulteriormente peggiorate a causa dello stato di crescente tensione che si è inevitabilmente riflesso sull’affidabilità misurata dai clienti. Anche questo elemento, come è facile comprendere, non aiuta”.

“Se un’impresa come la DM Elektron non crea utile da reinvestire in attività chiave, quali ricerca, sviluppo e formazione del personale, che in ogni settore, a maggior ragione in quello dell’elettronica, sono determinanti per non perdere competitività sul mercato, la società è comunque destinata a soccombere”.

Chiamiamo tutti, quindi, ad una assunzione di responsabilità nell’aiutarci a tenere sotto controllo una situazione potenzialmente molto pericolosa, che certo non aiuta a cambiare il clima di pregiudizio e di negatività verso l’impresa già troppo radicato nel nostro Paese e contro il quale noi di Confindustria stiamo combattendo, anima e corpo”.

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