L’incendio che tra venerdì e sabato 15 e 16 luglio ha bruciato 40 ettari della pineta di Bibione potrebbe essere di origine dolosa. E’ questa l’ipotesi che si sta facendo strada nelle indagini condotte dalla Polizia locale del Distretto Veneto Est, insieme alla Procura di Pordenone, competente per territorio. Un’ipotesi che avrebbe preso forma grazie al ritrovamento della zona interessata di una tanica di metallo.
Ma non viene esclusa neanche la tesi di un gesto incauto, come quello di un mozzicone, gettato ancora acceso. Che unito alla siccità di questi mesi avrebbe divorati i terreni circostanti. Quale che sia la causa dell’incendio sono andati in fumo i terreni agricoli in cui si coltivava grano, ma anche una parte consistente dell’oasi naturalistica, protetta per il tipo di vegetazione.
Gli altri danni dell’incendio.
Le fiamme sono divampate velocemente, tanto che alcuni turisti si sono dovuti buttare in acqua per il terrore delle fiamme. I danni dell’incendio hanno causato problemi anche ai collegamenti: c’è stato uno stop dei traghetti tra Lignano e Bibione. Uno stop che durerà per almeno tre o quattro giorni. Questo perché l’incendio ha distrutto parte del pontile da cui la barca faceva la spola.
Tre o quattro giorni in cui la barca che da Bibione porta a Lignano non potrà partire, quindi, ma la realtà è che il periodo potrebbe essere molto più lungo. Non c’è infatti certezza sulla riapertura, tutto dipende dalle condizioni del pontile e dalle decisioni del Comune di San Michel al Tagliamento. Dopo di questo c’è da aspettare la decisione della Procura. Bisogna infatti capire se aprirà un’indagine e in tal caso i tempi potrebbero protrarsi.