Aggressione alla Festa del Vino di Bertiolo.
Una vera e propria aggressione quella avvenuta domenica 26 marzo alla Festa del Vino di Bertiolo, ai danni di un biker. Erano da poco passate le 15 quando Antonio De Candido, 57 anni residente a Varmo, si trovava in uno dei chioschi della festa assieme alla fidanzata e ad alcuni amici facenti parte del suo gruppo, quello dei “Mulinars”, composto da sole dieci persone, nel quale vige un clima prettamente familiare.
Ad un certo punto e senza alcun apparente motivo, Antonio è stato aggredito alle spalle con calci e pugni, da un motociclista di un altro gruppo che ha sede in un paese poco distante da Udine, ma che si ramifica un po’ in tutta la regione e che pare essersi già reso protagonista in passato di situazioni analoghe.
“Io e i miei amici stavamo tranquillamente bevendo qualcosa al chiosco della manifestazione, quando questa persona mi ha aggredito alle spalle, gettandomi a terra e riempiendomi di calci – racconta la vittima -, mi ha inoltre ripetuto più volte che sia io sia i miei amici non avremmo dovuto più presentarci alle manifestazioni motociclistiche senza il loro permesso”.
Un atteggiamento che si ricollega immediatamente agli innumerevoli episodi di bullismo e spesso di sudditanza psicologica inflitta da chi si ritiene ‘più forte’, ed impone le proprie regole con la violenza. “Purtroppo questo gruppo di bikers si è talmente insidiato in tutti i motoraduni, da creare una sorta di paura anche ad alcuni organizzatori di motoraduni che, spesso, piuttosto di avere da ridire con loro, mandano via persone che non stanno arrecando alcun fastidio ma a questi soggetti non sono gradite”, continua Antonio.
Nonostante l’aggressore si sia immediatamente dileguato tra la folla, Antonio, dopo aver raggiunto l’ospedale civile di Latisana dove ha ricevuto i primi soccorsi, ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine. Parrebbe addirittura che l’aggressore, del quale al momento non si conosce l’identità, abbia compiuto questo gesto per poter fare parte del gruppo, o meglio, della ‘banda’ di motociclisti. Una sorta di prova d’ingresso.
Una situazione che si protrae a quanto pare da anni, ma che si trascina alle spalle spesso un alone di omertà da parte di molti. “L’anno scorso, sempre più o meno in questo periodo, ero a mangiare a Fagagna con il mio gruppo, sono arrivate queste persone e noi siamo dovuti andare via per evitare ripercussioni”, prosegue De Candido.
In passato sono stati diversi gli episodi di violenza che hanno coinvolto le persone facenti parte del medesimo gruppo di ‘bulli’, ci sono stati processi che hanno decretato anche sentenze che hanno punito queste azioni che pare però non subiscano alcuna battuta d’arresto. Amarezza e rabbia anche da parte dello stesso presidente dei “Mulinars” Dario Favero, coetaneo della vittima “La situazione è diventata insostenibile, continuano a susseguirsi aggressioni e processi, ma le cose non cambiano, c’è troppa paura e omertà da parte di molta gente”, racconta Favero.
“Noi siamo un piccolo gruppo al quale piace divertirsi, partecipare ai motoraduni con goliardia e spensieratezza e non riusciamo a capire perché dobbiamo avere paura e privarcene, dato che non abbiamo mai fatto niente di male a nessuno – prosegue il presidente – Il mondo dei bikers è stupendo, una realtà di aggregazione e fratellanza e non riusciamo davvero a capire perché in un’era così moderna, debbano esistere ancora queste guerre per una sorta di potere, di prevaricazione sul prossimo” conclude. Ciò che si è verificato domenica è al vaglio ora degli inquirenti che cercheranno di fare chiarezza in merito alle dinamiche che hanno scatenato una simile violenza.