Studio del Cro di Aviano su una proteina coinvolta nel melanoma cutaneo.
Una ricerca condotta dal Cro di Aviano e pubblicata sulla prestigiosa rivista Journal of Experimental & Clinical Cancer Research ha portato a importanti scoperte sul ruolo della proteina Spry1 nel melanoma cutaneo con mutazione BRAF. Questo tipo di mutazione, presente in circa il 50% dei melanomi, fa sì che il gene BRAF produca una proteina alterata che stimola la crescita incontrollata delle cellule tumorali.
Il team di ricerca, guidato da Elisabetta Fratta, aveva già studiato Spry1 nel 2020, dimostrando il suo coinvolgimento nella crescita del melanoma e nella resistenza ai farmaci mirati. Ora, in questa nuova pubblicazione, gli scienziati hanno fatto un passo avanti scoprendo che Spry1 si localizza nei mitocondri, le “centrali energetiche” della cellula.
“La sua inibizione – spiega Barbara Montico, prima autrice dello studio – altera l’equilibrio dei mitocondri, causando un aumento dello stress ossidativo. Questo non solo potenzia l’efficacia delle terapie mirate, ma riduce anche il metabolismo del glucosio e la formazione di nuovi vasi sanguigni, due processi fondamentali per la crescita del tumore”.
Tutti questi effetti, quindi, cooperano nel ridurre notevolmente la massa tumorale quando la proteina Spry1 viene bloccata. “Siamo molto orgogliose dei risultati ottenuti – conclude Fratta- ma il lavoro continua. Attualmente sono in corso ulteriori studi per verificare il coinvolgimento di questa proteina in altri tumori, ma anche per mettere a punto nuovi farmaci che possano colpirla in maniera specifica”.
Lo studio è stato supportato dai fondi del 5×1000 Seed Grant e dal Ministero della Salute, attraverso il bando competitivo di ricerca finalizzata che vede la dottoressa Fratta come responsabile del progetto. Al lavoro hanno collaborato le altre strutture del Dipartimento di Ricerca Traslazionale del CRO, il Burlo Garofolo di Trieste, le Università di Salerno e di Udine, il CNR di Bologna, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena e l’Ateneo di Oslo.
Un pensiero speciale è stato dedicato a Giorgio Giurato, professore dell’Università di Salerno e co-autore dello studio, scomparso improvvisamente a maggio 2024.