Un’anfora del I sec. d.c restituita ad Aquileia.
Dopo più di sei decenni, un prezioso reperto archeologico è tornato finalmente a casa: il 21 gennaio 2025, i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine hanno riconsegnato al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia un’anfora romana in terracotta del I secolo d.C., sottratta illecitamente nel 1961 e recentemente individuata in un’abitazione privata a Trento.
L’anfora, alta circa 65 cm e appartenente alla tipologia Dressel 25, era stata segnalata nel 2023 ai militari del TPC. Il reperto è stato rinvenuto in ottime condizioni conservative e presentava una caratteristica peculiare: una piastrina metallica incisa che ne indicava chiaramente la provenienza e la data di rinvenimento: “in Aquileia il 20-11-1961”.
L’assenza di qualsiasi documentazione che ne attestasse il possesso legittimo e il fatto che il reperto non fosse mai stato denunciato alle autorità hanno portato al sequestro immediato da parte dei carabinieri. Un’operazione tempestiva che ha evitato la dispersione o il danneggiamento del prezioso manufatto.
Le indagini e il ritorno ad Aquileia
La perizia condotta con il supporto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento ha confermato l’autenticità dell’anfora e la sua compatibilità con altri reperti rinvenuti ad Aquileia, un tempo seconda città dell’Impero Romano per importanza commerciale e oggi sito UNESCO dal 1998.
Già nel 1961, infatti, il patrimonio culturale italiano era tutelato dalla Legge 1089/39, che vietava la detenzione privata di beni archeologici non autorizzati. Il Tribunale di Trento ha quindi disposto la confisca dell’anfora e il suo reintegro nel patrimonio culturale dello Stato Italiano. L’anfora è stata quindi formalmente consegnata al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, recentemente rinnovato, riunendo la propria storia con quella del territorio dal quale proviene o, semplicemente, sancendo il proprio ritorno “a casa” dopo più di 63 anni.
Il recupero e la consegna dell’anfora, operato dai carabinieri TPC testimonia ancora una volta il costante impegno di questa specialità dell’Arma in materia di salvaguardia dei beni archeologici, di proprietà dello Stato e quindi della collettività, difendendo l’identità di un territorio in quanto testimonianza del passato, quella stessa identità che è sinonimo di “cultura”.