Da oggi la Basilica Patriarcale di Aquileia è per tutti: adesso è pienamente accessibile fruibile dalle persone con diverse disabilità, quindi anche ai non vedenti e ipovedenti e ai non udenti e ipoudenti. La spettacolare pavimentazione dei Mosaici paleocristiani, estesi oltre 760 metri quadrati, può essere adesso “vista” attraverso il tatto, grazie all’innovativo pannello tiflologico “Nodo di Salomone” posizionato all’interno della Basilica.
E la storia di questi luoghi può essere ascoltata grazie a guide specializzate che conoscono il LIS, Linguaggio dei Segni, o il sistema labiale oralista. In aggiunta, attraverso progetti sono staterimosse le barriere architettoniche di ostacolo alle persone con disabilità motoria, per favorire l’accesso alla Basilica nelle sue diverse aree, collegate attraverso corridoi pavimentati con passerelle trasparenti. “Basilica per tutti, perché chiunque voglia gustare tanta bellezza deve avere l’opportunità di farlo, immergendosi nelle radici spirituali di una città millenaria e in un patrimonio di storia e arte, ma anche di accoglienza e inclusione”, spiega Andrea Bellavite, direttore della Fondazione Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia (So.Co.Ba) che è tenacemente impegnata nei progetti di accessibilità totale alla Basilica.
Proprio il pavimento musivo della Basilica, il più esteso mosaico paleocristiano del mondo occidentale riportato alla luce dagli archeologi nel 1909-12, è stato di ispirazione per i progetti di accessibilità che oggi rendono la Basilica di Aquileia il luogo di culto più accessibile e inclusivo d’Italia, grazie al pannello musivo appena installato, che raffigura uno dei simboli spirituali più noti e “trasversali”, il triplo Nodo di Salomone, icona della congiunzione fra l’umano e il divino, uno degli elementi più emblematici nel pavimento musivo della Basilica di Aquileia.
Il Nodo di Salomone: da Aquileia, un prototipo unico a livello mondiale.
Dall’11 luglio nella Basilica di Aquileia è installato il pannello tattile tiflologico “Nodo di Salomone”, una tavola musiva che permette anche a chi non vede di generare la rappresentazione tridimensionale del mosaico. Un valore aggiunto di accoglienza e sostenibilità umana e civile, realizzato eofferto dal Gruppo mosaicisti di Ravenna. Il pannello tattile del Nodo di Salomone riproduce in termini esatti e con equipollenti dimensioni gli elementi originali del mosaico posto all’interno della Basilica, consentendo ai non vedenti di percepirlo attraverso il riconoscimento tattile dei diversi livelli di stratificazione, e di coglierne quindi le forme e la diversità dei colori. Le tavole tattili sensoriali restituiscono il rilievo del mosaico, che è composto da tessere poste su diversi livelli, e generano l’effetto di ‘bassorilievo’ percepibile nelle sue forme al tatto dei non vedenti. Il percorso valorizza così i sensi residui di chi non vede e conduce, attraverso l’esplorazione tattile, alla rappresentazione mentale. Il “Nodo di Salomone” sarà uno strumento utile anche per gli studenti e i giovani che, attraverso la sovrapposizione dei piani di costruzione dell’opera, potranno capire come viene costruito un mosaico, partendo dalla terra e poi dai sassi, fino ai livelli su cui saranno inserite le tesserine che compongono il disegno musivo.
Sono 4 i livelli del pannello: dal basso verso l’alto lo statumen, composto da materiale vario anche per dimensione come ciottoli, mattoni frantumati e/ o cocci di vasellame. La sua funzione è prettamente drenante; quindi il rudus, costituito da una malta a base di calce e per livellare il piano di posa del mosaico; Il terzo livello è il nucleus, fatto di una malta a base di calce, sabbia e polvere di marmo, per tracciare le linee di disegno preparatorio del mosaico. Infine l’ultimo livello è il sovranucleus ovvero quello strato di malta con granulometria estremante fine, nel quale vengono poste le singole tessere del mosaico.
Il prototipo è stato realizzato, a perfetta riproduzione del Nodo di Salomone della Basilica di Aquileia, con tessere nere che costituiscono la linea di disegno principale del mosaico, e con tessere colorate – nello specifico gialle, rosse e arancio – che vengono individuate dal tatto sensibile del non vedente, poiché separate da una linea interstiziale lievemente più larga che segue il perimetro di ogni linea di colore. Il livello più basso contiene le tessere bianche sul fondo del mosaico. La fase finale del lavoro ha riguardato anche la resa estetica del prototipo, trattato e antichizzato per renderlo il più simile possibile ad un lacerto originale di mosaico. Unico a livello mondiale, questo prototipo potrebbe essere riprodotto in tutte le sedi culturali che vogliano rendere accessibile e inclusiva la conoscenza del mosaico.
La basilica di Aquileia per tutti: i progetti per non udenti-ipoudenti e altre disabilità.
Ad integrazione del pannello “Nodo di Salomone” è in fase di revisione la linea delle audio-guide della Basilica, ridefinite con criteri di attrattività innovativa anche per le persone con diverse disabilità che le utilizzeranno, e contestualmente sono state implementate le app per smartphone e altri dispositivi. Il progetto di sensibilizzazione e accessibilità per persone sorde e ipoudenti si è sviluppato prevedendo l’utilizzo della LIS, Lingua dei Segni Italiana o in alternativa l’oralismo, metodo di insegnamento della lingua parlata ai sordi, basato sull’importanza dell’espressione verbale e della lettura delle labbra.
All’interno della Basilica saranno disponibili visite per piccoli gruppi di max 15 sorde con utilizzo LIS, oppure 6/7 persone oraliste, poiché la lettura labiale necessità di essere più concentrati e più vicini possibili alla guida. Le visite potranno essere via via implementate attraverso l’utilizzo di strumenti capaci di concretizzare volti e riferimenti legati alla Basilica di Aquileia, per esempio quaderni a fogli estraibili con immagini e foto dei Patriarchi.
Nel frattempo la Basilica prosegue il suo percorso per l’eliminazione, già in buona parte completata, delle barriere architettoniche legate alle disabilità motorie e il personale di accoglienza della Basilica, grazie ai numerosi interventi formativi, è preparato all’incontro e all’accoglienza dei visitatori con vario tipo di disabilità.
La formazione del personale.
Sostenuta dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la Fondazione per la Basilica ha lavorato sul progetto che renderà Aquileia un prezioso riferimento non solo per l’accesso, ma anche per i servizi offerti sul campo dal personale – guide, assistenti, personale, ecc – che ha ricevuto una formazione specifica e mirata. La Basilica conta su una squadra di accoglienza composta da una ventina di operatori, e tutti hanno ricevuto specifica formazione per l’accoglienza di persone non vedenti e non udenti e di persone con varie disabilità. Interventi ai quali hanno collaborato realtà di riferimento, come l’Associazione La nostra Famiglia di Pasian di Prato. Nel corso della formazione, attraverso l’apprendimento dei linguaggi rivolti a persone con diverse disabilità, si è a poco a poco formulato un codice di comunicazione multidirezionato che consente oggi anche ai dipendenti della Basilica e ai custodi di indicare ad una persona sorda in che modo raggiungere le biglietterie, il bagno, l’orario di apertura, di chiusura della basilica e così via.
La Basilica di Aquileia e la fondazione che vigila sulla sua conservazione.
La prima edificazione della Chiesa Patriarcale di Aquileia, dedicata alla Vergine e ai santi Ermacora e Fortunato, affonda negli anni immediatamente successivi al 313 d.C. quando, grazie all’Editto di Milano che poneva termine alle persecuzioni religiose, la comunità cristiana ebbe la possibilità di edificare liberamente il primo edificio di culto. Nei secoli successivi gli aquileiesi dovettero ricostruirla per ben quattro volte: l’attuale Basilica si presenta in forme romanico-gotiche, con un interno maestoso e solenne, permeato di un’intensa spiritualità.
La Fondazione “Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia” (So.Co.B.A.) si occupa di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio storico e artistico della Patriarcale Basilica di Aquileia, sito Unesco dal 1998. Il 2022 è stato l’anno della ripartenza, per i flussi turistici italiani e stranieri alla Basilica di Aquileia, dopo il biennio pandemico che ha arrestato drasticamente le visite. La primavera 2023 ha segnato un “boom” nei flussi al sito della Basilica e dell’area archeologica.
Riconoscendo le potenzialità inclusive dell’educazione al patrimonio e il diritto diffuso alla partecipazione culturale, soprattutto di coloro che vivono esperienze di emarginazione, la Basilica ha fatto propria la missione di riduzione delle esperienze di esclusione sociale al suo interno, nella consapevolezza che i “bisogni” estetici sono fondamentali per l’uomo e devono rappresentare un’esperienza possibile per tutti. D’altra parte, la fruizione di un’opera d’arte è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e ogni visitatore dovrebbe scoprire che, oltre a quella visiva, esistono altre dimensioni sensoriali.