Un sito da mettere in sicurezza.
Il sito Unesco di Aquileia è a rischio se non si interviene al più presto, e lo è per vari motivi. E’ quanto è emerso dal sopralluogo della V Commissione
consiliare presieduta da Diego Bernardis (Lega), effettuato assieme al sindaco della cittadina udinese, Emanuele Zorino, che ha sollecitato l’incontro a cui si è unita l’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli.
I consiglieri hanno, così, appreso che gli aspetti legati alla promozione del sito passano in secondo piano rispetto ad altri più pratici. Innanzitutto la viabilità, con gli scavi tagliati in due dalla strada principale di Aquileia, per altro molto trafficata e per la quale è già previsto da una ventina d’anni un
passaggio alternativo tramite bretella da costruire a Est della sede municipale, utilizzando fondi regionali che attendono solo di essere sbloccati dagli intoppi burocratici. Un problema, quello della viabilità, che preoccupa non poco il sindaco in quanto già segnalato come nota negativa dagli ispettori dell’Unesco che effettuano i periodici controlli al sito di
verifica delle caratteristiche necessarie per il riconoscimento di patrimonio mondiale dell’umanità.
E’ importante intervenire prima che questo aspetto possa essere pretesto per il ritiro del riconoscimento – ha commentato Bernardis – a quello che è il primo dei 5 siti Unesco della nostra regione, nonché il più grande sito romano dopo la capitale e il meglio conservato d’Italia.
Altra pecca, la mancanza di connettività: Aquileia non rientra tra i luoghi previsti nel Piano regionale per i collegamenti a banda larga, perciò non si può creare una rete di cooperazione con le ditte che forniscono connessioni virtuali e servizi altamente tecnologici, oggi invece vero volano per la cultura.
Terzo aspetto, la messa in sicurezza del sito, minacciato anche di recente dall’esondazione del fiume Natissa che ha sommerso gli scavi. Sebbene per ora la basilica sia salvaguardata, sono necessarie opere di bonifica dei canali e del fiume se non se ne vuole compromettere il futuro. Dal sindaco Zorino, infatti, si è appreso che, da uno studio del 2018 sui siti Unesco del
Mediterraneo europeo, Aquileia è stata classificata il secondo più a rischio di essere completamente sommerso entro 50 anni.
“Si tratta di una notizia che deve mettere in allerta tutti i soggetti coinvolti – ha commentato ancora il presidente Bernardis -. Non solo il Comune, ma anche la Fondazione Aquileia, di cui la Regione fa parte, e la Curia arcivescovile. Non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di un luogo che crea interesse ed economia per tutto il territorio. Perciò è mia intenzione portare all’attenzione della Giunta intera e del presidente Fedriga le problematiche emerse da questo incontro, perché Aquileia è
patrimonio di tutti”.
Non da ultimo, i consiglieri sono stati informati dal tenente colonnello Norbert Zorzitto, direttore del Sacrario di Redipuglia, di un progetto che riguarderà la riqualificazione della vecchia stazione ferroviaria di Aquileia, oggi dismessa, per farne un museo perché nel 2021 ricorreranno i 100 anni da che una delle 11 bare disposte nella navata centrale proprio della basilica aquileiese, contenenti altrettanti soldati deceduti durante la Prima Guerra Mondiale e a cui non era possibile dare un nome, fu scelta da Maria Bergamas, madre di un disperso, quale bara contenente la salma da inumare all’Altare della Patria, a Roma.