Coinvolti stranieri dai 15 ai 17 anni in attesa del vaccino.
Rabbia e sfiducia nelle istituzioni per Renato Garibaldi, referente del centro Bosco di Museis di Cercivento. Nella sua struttura, Garibaldi ospita ragazzi stranieri, pakistani, afghani, bengalesi e kossovari, dai 15 ai 17 anni, che ha regolarmente iscritto per seguire delle lezioni. I minori sono in attesa del vaccino anti-covid, quindi sprovvisti di Green pass, ma secondo una circolare ministeriale per loro non è obbligatorio il certificato verde.
L’episodio.
“La sorpresa è stata lunedì quando li ho mandati a scuola – racconta Garibaldi – non li hanno fatti entrare, dicendo che sono dei “visitatori”, non degli studenti e che non avendo il green pass non potevano seguire le lezioni”. Stessa scena si è ripetuta il giorno seguente. “Non riesco a capire come un’istituzione che dovrebbe avere a cuore la cultura delle persone e l’integrazione, classifichi gli studenti stranieri come visitatori e quelli italiani come studenti a tutti gli effetti”, afferma Garibaldi.
Dopo i due episodi, Garibaldi ha deciso di tenere i ragazzi a casa. Intanto i minori sono in attesa di ricevere la dose di vaccino, in modo poi da ottenere anche il green pass. “Certo è – tuona Garibaldi – che questi ragazzi afghani sono gli stessi che hanno fatto piangere gli italiani alla televisione. Mi chiedo perché ora li ostacolino”. I ragazzi stranieri coinvolti nella vicenda provengono anche dalla Casa famiglia di Venzone e quella di Gemonaservizi.