La vicenda di una 39enne dopo il vaccino.
Una malattia, come la la sclerosi multipla, con la quale convive da anni. Una reazione avversa dopo la prima dose del vaccino Pfizer per il coronavirus, che le ha provocato una semi paralisi al volto. Una legittima paura a farsi la seconda dose e la richiesta ai medici di maggiori accertamenti. La conseguenza di essere bollata, invece, proprio per questa sua richiesta, come una “no vax” e di aver dovuto passare tutti questi mesi senza il green pass. Telefonate al Centro vaccinale di Palmanova, dove aveva fatto la prima inoculazione, per far sentire le sue ragioni, email e richieste di spiegazioni, mai arrivate. Fino ad aver trovato, appena un mese fa, senza mai demordere, un neurologo che ha preso a cuore il suo caso, che le ha concesso l’esenzione provvisoria e che probabilmente le permetterà di fare la seconda dose con il Novavax, che ha una composizione diversa dal Pfizer e che, quindi, non dovrebbe darle problemi.
È la storia di Bruna, 39enne, residente nell’Alto Friuli, che ha chiesto anche l’intervento dell’associazione di Tutela dei diritti del malato, perchè venisse fatta chiarezza sulla sua vicenda. Il tutto per lei è iniziato nell’agosto dello scorso anno quando, dopo una risonanza, le hanno trovato una lesione, collegata alla sua malattia, la sclerosi multipla. Avrebbe dovuto fare la prima dose di vaccino in quel periodo e così ha chiesto rassicurazioni al medico, che le ha detto di andare tranquilla e che non avrebbe avuto nessun problema con il Pfizer.
Così, invece, non è stato e dopo l’iniezione ha iniziato subito ad avere mal di testa e ad accusare una parestesia, ovvero un’intorpidimento al braccio e alla gamba, che si è allargata fino al volto. Le viene prescritto come cura un’antinfiammatorio ed una risonanza magnetica urgente, la quale non ha evidenziato nulla di anomalo legato alla sua malattia, ma non le eventuali conseguenze del vaccino.
I medici le hanno consigliato di fare, comunque, la seconda dose, cambiando da Pfizer a Moderna. “Ma di fronte all’assenza di spiegazioni o alla paura che potesse darmi altre reazioni – dice adesso Bruna – non me la sono sentita e ho rifiutato”. Da allora ha cercato continuamente di far sentire le sue ragioni con telefonate e email al Centro vaccinale, senza essere ascoltata. Alla fine, l’intervento dell’associazione di Tutela dei diritti del malato. Un neurologo ha preso in carico la sua delicata vicenda, decidendo per un’esenzione temporanea e poi, successivamente, la vaccinazione con Novavax. “Mi sono sentita considerata come una contraria ai vaccini – conclude Bruna – quando non è così. Chiedevo solo spiegazioni che non mi sono mai arrivate, anche legate alla mia malattia e dopo le reazioni che ho avuto con la prima dose”.