I nuovi gestori del rifugio Tolazzi
Mattia Narduzzi e Martina Tamussin sono una giovanissima coppia e si preparano ad affrontare una entusiasmante quanto coraggiosa sfida. A partire da fine maggio, infatti, inizieranno a gestire insieme il rifugio Tolazzi, in località “Plan di Val di Bos” a Collina di Forni Avoltri.
Entrambi 23enni, lui originario di Tricesimo e lei nata a Collina, Tra le altre cose hanno in comune la grande passione per la montagna, che li ha spinti a partecipare al bando uscito a dicembre 2021: da allora si sono impegnati quotidianamente per realizzare il loro sogno.
Secondo le intenzioni dei due ragazzi il rifugio manterrà, salvo qualche lieve ritocco ed ammodernamento, il suo tradizionale aspetto rustico sia esteriormente che interiormente. Al piano terra ci saranno cucina, sala bar e un salottino, per un totale di un’ottantina di posti a sedere per le consumazioni. Il piano superiore, invece, ospiterà dodici posti letto.
Anche la cucina sarà tradizionale e caratterizzata principalmente da piatti tipici friulani e del luogo.
“Siamo molto ottimisti sul futuro andamento della nostra attività. Ci prepariamo ad accogliere anche clienti provenienti dall’estero: a questo proposito, abbiamo la speranza che si vada a creare un solido legame tra persone del luogo e clienti provenienti da altri Paesi o regioni.”, spiega Martina Tamussin.
“Un altro nostro grande desiderio è quello di riuscire, attraverso la nostra personale gestione del rifugio, a trasmettere i nostri ideali, facendo aprire gli occhi alle persone su quello che è il valore della bellezza della natura che ci sta attorno, delle tradizioni (ad esempio la nostra cucina tipica), e della tutela dell’ambiente. Un’area bella come quella in cui si trova il rifugio Tolazzi merita di essere conosciuta, osservata ed apprezzata sotto tutti i suoi aspetti”.
Martina e Mattia hanno però un altro sogno nel cassetto: quello di aumentare il numero di posti letto, che al momento sono abbastanza limitati, attraverso la costruzione di piccole casette ecosostenibili situate nei pressi del rifugio. Si tratterebbe di mini alloggi turistici, strutture composte da due sole stanze, una camera e un bagno, e funzionanti esclusivamente tramite pannelli fotovoltaici e sistemi a zero impatto ambientale.