Al via l’azione civile per l’eccidio di Malga Pramosio
Il 21 luglio del 1944, un gruppo di nazisti travestiti da partigiani garibaldini chiese ospitalità in una malga di Passo Pramosio: dopo aver pranzato con i presenti, li ammazzarono tutti (tra loro c’erano anche una donna incinta e un ragazzino); e non si fermarono lì: il giorno successivo scesero verso la pianura passando per Paluzza, Cercivento, Sutrio, Villa Santina, Cavazzo e lasciando una scia di sangue. In tutto, furono trucidati 52 civili: un crimine passato alla storia come l’eccidio di Malga Pramosio e dell’Alta Valle del But.
A distanza di 78 anni da quello scempio, dal Friuli parte un’azione legale nei confronti della Germania, per i crimini di guerra e contro l’umanità compiuti dal Terzo Reich. Come riporta il Messaggero Veneto, l’azione di risarcimento è stata avviata dall’avvocato udinese, Andrea Sandra, per conto degli eredi di 21 vittime, 15 delle quali relative all’eccidio in Carnia. L’azione rappresenta anche deportati nei lager nazisti e militari italiani che dopo l’8 settembre rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò.
Secondo quanto spiegato dal quotidiano, la richiesta di risarcimento poggia sulla legge 79 del giugno 2022, che nell’articolo 43 istituisce un fondo presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per il ristoro dei crimini compiuti a danno degli italiani compiute dal Terzo Reich tra il 1939 e il 1945. Il fondo ha una dotazione di 20 milioni di euro per il 2023 e di 11.808.000 euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026.